Su Facebook non c’è spazio per l’odio

di Daniela Zanuso

Pare proprio che il Ceo di Facebook Mark Zuckerberg manterrà la promessa. Lui stesso ha dichiarato giorni fa, che ha deciso di potenziare l’organico nella divisione Community Operations,  addetta al Safety Check, che si occupa di verificare non solo le segnalazioni relative alle false notizie,

ma anche alla diffusione di contenuti inappropriati a partire da quelli inneggianti all’odio. 

Entro il prossimo anno saranno assunte 3000 persone, che si affiancheranno alle 4500 già presenti. Saranno totalmente destinate alla  revisione dei video e al controllo delle segnalazioni da parte degli utenti per scovare le “fake news” alla stessa velocità di come, molto spesso sui social,  si propagano. Combattere l’odio, il razzismo, l’intolleranza, la violenza verbale sono gli obbiettivi da raggiungere come Zuckerberg ha dichiarato: “Riconosco che abbiamo una responsabilità più grande della costruzione di una tecnologia attraverso la quale l’informazione semplicemente scorre”.

Il social network ha affrontato critiche durissime dopo che,  sulla piattaforma, è apparso il video di un omicidio che è rimasto online per ore. Per molti la condivisione su FB di foto, video, commenti è diventata una mania, quasi un’ossessione. Pur di apparire anche per pochi minuti c’è chi fa di tutto, anche filmare e pubblicare un omicidio. Non parliamo di chi pensa di poter dire qualsiasi cosa e restare impunito. Ne avevamo già parlato giorni fa (dichiarazione di guerra all’odio).

Siamo consapevoli che non è  un compito facile. Oggi le nuove tecnologie consentono tanto, a volte, forse, troppo. Diventa però urgente affrontare questa battaglia e porsi obbiettivi concreti per vincerla.

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