di Francesca Milazzo – Foto Marco Caselli
Un nuovo museo per raccontare la storia di due millenni della presenza degli Ebrei in Italia. Si chiama MEIS e sarà il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella a inaugurarlo.
MEIS, ovvero Museo Nazionale dell’Ebraismo Italiano e della Shoah.
Un polo museale per raccontare la cultura, la storia , un centro culturale che vuole essere veicolo di conoscenza per stimolare il dibattito sul futuro del nostro Paese e sul valore dell’incontro tra diverse culture. Non poteva che essere Ferrara la città prescelta per ospitare il MEIS.
Qui la comunità ebraica ha origini antichissime ed è una delle più numerose in Italia, dal tempo degli Estensi alla segregazione nel “ghetto” con gli spagnoli, segregazione proseguita sotto il dominio delo Stato Pontificio e durante il fascismo.
Il MEIS si trova in via Piangipane, nel’ ex carcere. di Ferrara, chiuso nel 1992. Un luogo di reclusione e di esclusione che ora diventerà luogo di incontro e scambio tra culture.
Il giorno dell’inaugurazione, cioè il 14 dicembre, l’ingresso sarà gratuito. I visitatori accederanno alla prima mostra:“Ebrei, una storia italiana. I primi mille anni” è il titolo . Racconta i primi dieci secoli degli ebrei in Italia. Un percorso espositivo elaborato da Anna Foa, Giancarlo Lacerenza e Daniele Jalla, con l’allestimento dello studio GTRF di Brescia. A scandirlo sono oltre duecento oggetti preziosi, fra i quali venti manoscritti, sette incunaboli e cinquecentine, diciotto documenti medievali, quarantanove epigrafi di età romana e medievale, e centoventuno tra anelli, sigilli, monete, lucerne e amuleti, poco noti o mai esposti prima, provenienti dai musei di tutto il mondo (dalla Genizah del Cairo al Museo Archeologico Nazionale di Napoli, dai Musei Vaticani alla Bodleian Library di Oxford, dal Jewish Theological Seminary di New York alla Cambridge University Library).
A introdurre la mostra, lo spettacolo multimediale “Con gli occhi degli Ebrei italiani”.Propone una carrellata sulla storia della penisola dal punto di vista di un ebreo italiano. Il visitatore viene accompagnato da Gerusalemme a Roma e può così comprendere il trauma della distruzione del Tempio ad opera dei Romani, quanta vita ebraica ci fosse sotto Giulio Cesare, come i pagani confondessero gli Ebrei con i primi cristiani, e come il cristianesimo, una volta assurto a religione ufficiale, abbia inizialmente tollerato i giudei, salvo poi emarginarli. Fino alla loro dispersione in tutta la penisola, dove gli Ebrei riuscirono comunque a tenere vivo il proprio retaggio, senza mai sottrarsi al confronto con la società circostante. Per arrivare – questo l’approdo finale del percorso – all’attiva presenza ebraica nel Meridione italiano e al dialogo tra culture cristiana, ebraica e araba nella Sicilia medievale.