Finanza etica: soldi bene impiegati

di Daniela Zanuso

Inutile nasconderlo, la finanza ha una pessima reputazione. Spesso è guardata con sospetto se non ritenuta (e non a torto) epicentro della crisi di questi ultimi anni.

Esiste però anche una finanza etica cioè l’insieme di attività finanziarie sviluppate con metodi, strategie e strumenti che, discostandosi dall’ottica del massimo profitto,

consentono di perseguire un congruo guadagno anche attraverso l’assunzione di impegni di rilevanza sociale. In poche parole il guadagno c’è ma a questo si aggiunge la rilevanza sociale dell’attività finanziata. 

In fondo la finanza non è così cattiva come sembra, soprattutto quando i nostri risparmi sono messi a disposizione di chi vuole avviare un’impresa, comprare un’attrezzatura o costruire un prodotto che abbia non solo l’obiettivo del profitto, ma anche quello etico. La microfinanza favorisce l’inclusione sociale, l’accesso al credito e la riduzione delle diseguaglianze. Si tratta di finanziare imprese che hanno attenzione alle questioni sociali e ambientali, che realizzano prodotti sicuri, che non inquinano l’ambiente, che operano per il bene della comunità.

Oggi nel mondo la finanza etica vale 23 trilioni di dollari: ogni 4 dollari investiti uno è di finanza etica. In Europa, le esperienze di finanza etica non solo sono in crescita, ma il Vecchio continente risulta l’area del pianeta in cui la finanza etica risulta più sviluppata, pari al 53% di tutti gli investimenti del mondo. 

Finanziare progetti etici significa contribuire a sviluppare i principi di coesione sociale, di solidarietà, di sussidiarietà e di partecipazione democratica. E in tempi in cui molte imprese fabbricano armi, operano nel gioco d’azzardo, nella pornografia, usano petrolio e carbone come risorse principali, fanno insomma cose discutibili, ci sembra un grande passo avanti. Facciamoci un pensierino, prima di investire dei nostri risparmi. 
 
In Italia opera Banca Etica che gestisce attraverso Etica Sgr i risparmi che desiderano soddisfare i principi e i requisiti della finanza etica. 

Da anni il professor Leonardo Becchetti, ordinario all’Università di Roma Tor Vergata e presidente del Comitato Etico di Etica Sgr, editorialista di Avvenire, parla di “Voto con il portafoglio”, intendendo la possibilità per ogni persona di dare il proprio assenso alle aziende responsabili scegliendo di acquistare i loro prodotti e, al contrario, non comprare ciò che viene proposto da imprese che hanno comportamenti irresponsabili. È questo secondo lui il metodo migliore per far sentire la propria voce.

Lo abbiamo intervistato e gli abbiamo chiesto se anche gli investitori responsabili possano fare lo stesso. In pratica significa acquisire una serie di informazioni sui i comportamenti delle imprese di cui vogliamo comprare azioni o obbligazioni. In pratica se queste attuano politiche di sostenibilità ambientale, rispettano i lavoratori non evadono le tasse.

image_pdfVersione stampabile