di Luigi Picheca
I tempi recenti hanno visto inaridirsi gli animi di molte persone. Complici le crisi economiche ed umanitarie siamo diventati tutti un po più egoisti e insensibili alle disgrazie altrui e ci dimentichiamo spesso di quel che prova il nostro cuore verso quella solidarietà che sarebbe tanto naturale avvertire di fronte a certe realtà.
Le recenti statistiche dipingono la tendenza del nostro mondo, ci racconta lo stile di vita a cui tendiamo e ci fa conoscere che la ricchezza globale è cosa di una piccola percentuale di popolazione, circa il 5%.
Questo dato concorda con le difficoltà che prova il restante 95% della popolazione a emergere o a trovarsi in condizioni dignitose e stabili visto che i maggiori guadagni vengono realizzati dalle speculazioni effettuate da investimenti in borsa piuttosto che nel lavoro manuale e impiegatizio e il numero delle fabbriche subisce continue flessioni. Gli industriali stanno scomparendo piano piano e con essi il mecenatismo che distribuiva una notevole ricchezza alla classe operaia ed il risultato lo vediamo tutti tutti i giorni.
In Italia si nota maggiormente questa tendenza negativa perché il costo del lavoro è più elevato rispetto ai Paesi concorrenti e dobbiamo sopportare il grave peso di una zavorra burocratica che nessun governo è stato ancora capace di limare adeguatamente.
Gli industriali si trovano quindi in difficoltà ad affrontare nuovi investimenti a rischio e così preferiscono investire in Paesi più economicamente vantaggiosi aumentando così il livello di povertà generale. I più coraggiosi tengono duro ma occorre che il governo prenda decisioni nel senso di ridurre i costi di produzione il più velocemente possibile sfruttando il vantaggio del costo del petrolio e del vantaggio del cambio sul dollaro che sta favorendo le esportazioni.
Nella situazione contingente sono più propensi alla solidarietà coloro che conoscono da vicino le difficoltà vere, quelle che segnano dentro e che toccano il cuore.
Ne vedo tanti nella struttura di SLAncio, persone che si trovano a lottare per vivere e persone dotate di una sensibilità superiore alla media. Persone che non voltano le spalle alla povertà e alla sofferenza a cui piace guardare negli occhi chi ha avuto la sfortuna di incappare in eventi negativi e possiede il dono dell’umiltà, l’umiltà di tenere la mano a chi sta morendo, la misericordia di accompagnare e lenire gli ultimi attimi di un morente facendogli sentire meno freddo il distacco fino all’ultimo respiro.
Luigi Picheca