Dall’inizio del 2013 ad oggi, il Fondo Famiglia Lavoro, ha erogato aiuti a 3.317 persone, per un importo complessivo di 6.764.435 euro dei 7.176.594 euro raccolti. I beneficiari sono stati per il 40% italiani, per il 60% stranieri, per la gran parte di età compresa tra i 35 e i 45 anni.
Uomo, di mezza età, con un profilo professionale medio-basso, nessuna conoscenza delle lingue, scarsa competenza informatica: questo l’identikit dell’utente del Fondo Famiglia Lavoro. Un profilo, secondo gli operatori del Fondo che coincide con quello delle vittime della crisi: operai generici, assunti con contratti precari, nei settori tradizionali del manifatturiero e in quello dei servizi a basso valore aggiunto. Costoro hanno visto improvvisamente vacillare l’equilibrio su cui, seppur in modo precario, si reggevano e non essendo assolutamente preparati a reagire, sono precipitati in una condizione di povertà che non avevano mai conosciuto prima. Condizione che spesso ha accomunato italiani e stranieri perché la crisi non ha fatto distinzioni in base alla nazionalità.
Delle 3.317 persone aiutate dal 2013, ben il 71% è stato aiutato attraverso uno degli strumenti previsti per promuovere la ricollocazione nel mercato del lavoro, strumenti introdotti nella seconda fase del Fondo Famiglia e Lavoro su indicazione dell’Arcivescovo di Milano, il cardinale Angelo Scola. Costoro hanno ricevuto dunque un contributo finalizzato alla propria riqualificazione, attraverso l’accompagnamento, il finanziamento di corsi di formazione professionale, il sostegno durante i tirocini. Solo il restante 29% ha beneficiato di un contributo erogato per la semplice sussistenza.
«Notevole è stata la varietà delle proposte formative, selezionate dai centri di ascolto, nei territori a seconda delle richieste del mercato: corsi per magazziniere, saldatore, panettiere, aiuto dentista, persino dog-sitter. Riteniamo che questa sia la strada giusta su cui vogliamo proseguire con nuove modalità che stiamo verificando», sottolinea il segretario generale del Fondo Famiglia Luciano Gualzetti.
Il Fondo Famiglia Lavoro si conferma, anche in questa seconda fase, una grande gara di solidarietà che ha coinvolto soprattutto i singoli. Dall’avvio della seconda fase nel 2013 ben 2.241.824 euro sono arrivati da 3.265 privati cittadini, per un importo medio pro capite di 686 euro. Il flusso di risorse è stato continuo e ha fatto registrare anche nei momenti più difficili della crisi una media al mese di 100mila euro di contributi.
L’operatività del Fondo è garantita dal lavoro di 600 volontari attivi nei 140 distretti del territorio della Diocesi (Milano e provincia, province di Lecco, Varese, Monza e Brianza).