Francesco il nuovo papa

Piazza San Pietrodi Fabrizio Annaro

Quando è stato eletto il papa polacco, Giovanni Paolo II,  molti hanno guardato ad est e il regime comunista ha iniziato a tremare sino a cadere sotto  i colpi delle proteste di massa. Questo movimento per la libertà e la promozione umana aveva  trovato il suo riferimento, il suo  condottiero: papa Wojtyla.

Oggi papa Francesco sembrerebbe personificare  quel condottiero di cui la nostra epoca necessita:    un uomo autorevole e carismatico che mette in discussione in modo concreto  il mito e la cultura mercantile ed individualistica del profitto a tutti i costi. Un  papa che saprà convincere sulla bruttura delle disuguaglianza e la mostruosità delle ingiustizie non solo nord-sud, ma anche tra paesi capitalistici avanzati.

Ricordo la riflessione del filosofo Umberto Galimberti nei giorni in cui si piangeva Giovanni Paolo II: egli, disse insieme a molti altri, ha contribuito in modo determinante alla caduta del muro di Berlino e del comunismo, ma non è riuscito a “demolire” l’ideologia e il mito del mercato. Credo sia questo l’appuntamento con la storia: non solo per lui, ma soprattutto per noi.

Penso al movimento che ha dato vita a tre edizioni della Fiera dell’Altra Economia. E’ un movimento che promuove la relazione umana, un nuovo stile di vita più sobrio e solidale, un’economia che rispetta l’ambiente, privilegia l’uomo con le sue fragilità e mette in guardia dall’arricchimento fine a stesso. Il vento della storia sembra trasportare  l’eco delle parole del profeta Neemia, quando chiede ai notabili e ai ricchi di allora, un gesto, un atto di solidarietà e di fratellanza per  superare le difficoltà dei deboli, a quella parte del popolo di Israele oppressa da prestiti a tassi da usura.

Neemia ottiene la remissione di tutti i debiti, ma soprattutto un clima di fraternità e solidarietà comunitaria. Egli stesso, governatore di Giuda, rinuncia a vantaggi personali ed economici e nella sua preghiera solitaria chiede a Dio di essere ricordato per le azioni a favore del suo popolo. Un augurio ed un esempio per noi tutti ed in particolar modo per tutti i gruppi dirigenti.

 

 

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