di Vladislav Karaneuski
Anche a Monza il movimento Fridays for Future è stato attivo fin da subito. Abbiamo intervistato Nicolas Torri, uno dei membri fondatori del movimento monzese.
Perché e in che modo ti sei avvicinato al movimento Fridays for Future?
Sono venuto a conoscenza di Fridays For Future tramite i social network, prima tramite l’ormai celeberrimo discorso di Greta Thumberg all’ultima Conferenza delle Parti sul clima dell’ONU e poi quando sono iniziate a nascere le prime pagine del movimento. In Brianza posso dire di essere tra i fondatori. Quando è stato lanciato a livello internazionale il primo sciopero per il clima, lo scorso 15 marzo, come rappresentante di istituto del Liceo Scientifico Paolo Frisi, ed altri rappresentanti delle principali scuole monzesi, abbiamo deciso di far nascere “Fridays For Future Monza” e di organizzare un sit-in in Piazza Trento e Trieste.
Che ruolo ricopri all’interno dell’organizzazione e come questa è strutturata a Monza
Attualmente sono referente del movimento locale, ovvero, fondamentalmente, il punto di riferimento per tutte le realtà esterne (associative, sindacali, amministrative e politiche) che vogliano iniziare un percorso di collaborazione con noi. Una sorta di portavoce in pratica. L’organizzazione del movimento, tanto a Monza quanto in tutta Italia, cerca di essere il più orizzontale possibile. Noi siamo strutturati in questo modo: c’è un’assemblea organizzativa che si occupa della logistica e della comunicazione e un’assemblea generale che ogni venerdì si riunisce davanti al Comune di Monza per discutere, anche grazie all’aiuto di esperti, di temi legati alla tutela dell’ambiente e al cambiamento climatico. Entrambe le assemblee sono aperte a tutti e sulle nostre pagine social viene comunicato quando e dove ci riuniamo. Chiaramente partecipano all’assemblea organizzativa coloro che, oltre ad avere a cuore il tema ambientale e volerlo approfondire, hanno tempo e voglia di impegnarsi per mandare avanti il movimento locale.
Come è strutturata l’organizzazione a livello nazionale e internazionale?
La strutturazione a livello nazionale è ancora in fase di definizione. Si sono tenute due Assemblee Nazionali Costituenti, una a Milano e una a Napoli, cui hanno partecipato delegati di tutte le città d’Italia, proprio con questo obiettivo e ne è già stata prevista una terza. Per ora, un gruppo di ragazzi coordina le attività nazionali del movimento ed è in contatto con i gruppi di attivisti di tutto il mondo. È comunque lasciata molta autonomia alle realtà locali, sia in termini di organizzazione di iniziative che di elaborazione contenutistica e rivendicativa.
Quali sono, in modo molto sintetico, le rivendicazioni e gli obbiettivi del movimento?
Ciò che rivendichiamo è un cambio di paradigma. Questo perché da un lato è necessario ripensare, senza ideologismi, il nostro sistema di produzione, di sviluppo e di consumo, tanto a livello nazionale quanto a livello locale, dall’altro serve un cambiamento di carattere culturale e di mentalità, a partire dall’etica individuale. Le parole fondamentali, dunque, sono: transizione ecologica, decarbonizzazione, economia circolare e mobilità sostenibile. Noi di “Fridays For Future Monza”, abbiamo scritto un manifesto locale con poche e semplici rivendicazioni, rivolto a comuni e scuole del territorio. In questo caso, le parole fondamentali sono: raccolta differenziata, eliminazione della plastica, incentivo al trasporto pubblico e alla ciclabilità e attivazione di percorsi di sensibilizzazione.
Quali sono le azioni future del movimento a livello locale, nella città di Monza?
Oltre alle assemblee del venerdì, abbiamo in progetto di organizzare, come già fatto, azioni pratiche volte sia a sensibilizzare gli studenti e in generale la società civile sulle tematiche ambientali e renderli parte attiva nella tutela e riqualificazione del loro territorio. Penso ad esempio ai “plogging” (o camminate ecologiche), che consistono nel girare per la città e raccogliere (differenziandoli!) i rifiuti trovati per terra, alle raccolte mozziconi o alle critical mass, raduni spontanei di ciclisti che percorrono le vie di Monza per denunciare le problematiche relative alla mobilità ciclabile in questa città. Naturalmente aderiremo a tutte le future mobilitazioni e scioperi internazionali, come già fatto il 15 marzo, il 24 maggio e il 27 settembre. Il prossimo appuntamento è fissato per il 29 novembre. Per sapere cosa faremo in quella data e rimanere aggiornati su tutte le nostre altre iniziative, invitiamo i lettori a seguire le nostre pagine social. Stiamo cercando anche di entrare in contatto con tutte le amministrazioni brianzole affinché effettuino la “Dichiarazione di Emergenza Climatica”, ossia riconoscano ufficialmente l’esistenza di una situazione emergenziale legata all’ambiente e al clima e si attivino immediatamente per trovare soluzioni locali efficaci a queste problematiche. Tre comuni (Agrate Brianza, Villasanta e Cesano Maderno) lo hanno già fatto, speriamo lo facciano tutti gli altri, a partire da Monza.
Cosa risponderesti a chi minimizza il valore del movimento e lo reputa alla stregua di un movimento dai tratti quasi goliardici, e che pare, a loro avviso, essere un pretesto per gli studenti per saltare le ore di lezione?
Credo semplicemente che queste persone non abbiamo compreso a fondo la natura del movimento e del fenomeno sociale che rappresenta. Derubricare la prima mobilitazione studentesca globale della storia a “goliardata per saltare scuola” non rende giustizia a milioni di studenti e attivisti che credono in questa causa e per essa combattono. L’esistenza di un problema serio legato all’inquinamento, al surriscaldamento globale e ai cambiamenti climatici che essi generano è oggettivo, così come è oggettiva l’indifferenza delle classi dirigenti nei confronti di esso. Ciò per cui manifestiamo, senza esagerazioni, è il nostro futuro. L’IPCC (Gruppo Intergovernativo sul Cambiamento Climatico) afferma che il tempo che abbiamo per invertire la rotta, prima di danni irreversibili ai nostri ecosistemi, è di circa dieci anni. Se non si cambia adesso, non lo si potrà più fare. Il grande merito di Greta e del movimento è stato quello di portare l’attenzione del dibattito pubblico su tutti questi problemi, incentivando chi ha il potere di cambiare le cose ad attivarsi per la loro soluzione. Chiaramente non pretendiamo di possedere noi queste soluzioni. Ciò che chiediamo è che venga ascoltato chi queste soluzioni le ha trovate, anche da tempo. Si tratta di scienziati, economisti ed esperti in materia. D’altro canto, però, non ci limitiamo a manifestare. Come penso si sia capito, cerchiamo di sensibilizzare ed avvicinare al tema un numero sempre maggiore di persone e promuoviamo azioni concrete di tutela del nostro territorio.
In conclusione, come membro di FFF, consiglieresti ai giovani che ancora non si sono avvicinati al movimento di farlo e perché?
Fridays For Future non prevede tessere o iscrizioni. Per aderire basta partecipare alle nostre assemblee e ai nostri eventi. Invito tutti gli studenti che stanno leggendo questo articolo a provare, senza impegno, a partecipare ad uno di essi. Troveranno un gruppo di loro coetanei pronti ad accoglierli e a farli sentire parte della più grande rete internazionale di studenti. Potranno conoscere la tematica ambientale, con un approccio diverso rispetto a quello scolastico, capire perché è così importante per la nostra generazione e approfondirne gli aspetti che preferiscono. Potranno essere i protagonisti del processo di cambiamento sociale ed economico a cui inevitabilmente andremo incontro, a partire dalla nostra comunità, indirizzandolo nella giusta direzione. Potranno, finalmente, smentire lo stereotipo secondo cui i giovani d’oggi sono pigri e non curanti di ciò che accade attorno a loro. Concludo con una frase che lessi appena mi avvicinai al movimento e che, da allora, mi rimase impressa: “Molte sono le lotte legittime, ma se perdiamo questa, nessun’altra potrà essere combattuta”.
Fridays For Future vi aspetta ragazzi!