di Karla Presotto
Ogni anno in Italia circa 30.000 giovani lasciano il Paese in cerca di opportunità professionali e prospettive di vita migliori. Il fenomeno, conosciuto come “fuga dei cervelli”, consiste in un’emigrazione verso Paesi stranieri di persone talentuose e specializzate professionalmente.
Si tratta di una questione complessa e difficile da esaminare in quanto presenta tanti elementi da prendere in considerazione.
Le Scuole, le Università ed i Centri di Ricerca rappresentano delle “fabbriche” capaci di formare i giovani e di renderli competenti ma, nonostante la formazione appresa, essi decidono di varcare il confine quando si tratta di lavoro.
Nel corso del convegno, proposto da Brianza Solidale in collaborazione con Assolombarda, tenutosi giovedì 30 novembre 2023 presso la Sala Congressi Assolombarda di Monza, si è cercato di dare risposte e motivazioni.
L’iniziativa nasce dalla volontà di rappresentare un’occasione per interrogarsi sul futuro che interessa particolarmente i giovani.
Il convegno è stato aperto dal Sindaco di Monza Paolo Pilotto che ha sottolineato l’importanza di lasciare i giovani liberi di compiere le proprie scelte. “Quando usciamo, non siamo secondi a nessuno perchè il nostro sistema formativo a livello teorico è molto forte. Oggi questo convegno rappresenta una buona occasione per superare i luoghi comuni sui giovani ed entrare nel merito della questione.” Gianni Caimi, Presidente di Assolombarda Sede di Monza e Brianza, ha portato i saluti di Confindustria. Maurizio Beretta Presidente di Brianza Solidale OdV, nel suo intervento ha posto l’accento “sui giovani che vanno e che non tornano, ma soprattutto sui giovani europei che non vengono in Italia.”
L’incontro è stato moderato da Cristiano Puglisi, Direttore de Il Cittadino. Hanno preso la parola Gualtiero Bestetti Director for Reliability Maintenance Engineering Amazon.eu, Giacomo Summa Owner Studio Informatica SRL, e Riccardo Bolis Production Unit Manager presso Technoprobe S.p.a.
Tutti hanno sottolineato come l’esperienza internazionale sia requisito essenziale per la crescita professionale ed umana, riportando le loro significative testimonianze nel ricoprire importanti ruoli lavorativi all’estero, per poi decidere di ritornare in Italia.
A seguito delle loro esperienze, nasce in maniera spontanea una domanda: come mai nonostante le prestigiose cariche lavorative ricoperte hanno deciso di tornare in Italia?
Risposta comune è stata la scelta di voler conciliare la sfera familiare con quella lavorativa, e dal voler realizzare condizioni per favorire una continua evoluzione all’interno del proprio Paese.
Conciliare vita familiare e lavorativa è una questione che va oltre il guadagno. Riuscire a proporre incentivi fiscali alle famiglie potrebbe rapprensentare un ottimo punto di partenza e in modo da far rientrare in Italia numerosi fuori sede.
“Necessario è rendere più conveniente il lavoro da ogni punto di vista, adottando una politica sociale che sia capace di attrarre i giovani”, con queste parole Antonio Polito, editorialista del Corriere della Sera ha aperto il suo intervento, al quale si lega Donatella Sciuto, Rettrice del Politecnico di Milano, che invita a riflettere sulle diverse opportunità da offrire ai giovani.
I motivi che spingono a scegliere l’estero come meta professionale, vanno ben oltre la volontà di fare un’esperienza internazionale: fuori dal nostro Paese ci si affaccia ad una cultura cosmopolita dove le opportunità di carriera sono più veloci.
Nel corso della mattinata sono intervenuti anche Piero Formica Professore di Economia della Conoscenza, MaynoothUniversity-Irlanda e Monica Poggio Vicepresidente Assolombarda.
Secondo il professor Piero Formica l’importante è sperimentare, volgere lo sguardo verso l’ignoto e solcare il mare della conoscenza con passione e curiosità, uscire dalla matrice tradizionale, per inventare cose nuove e lanciare idee rivoluzionarie.
Monica Poggio ha rimarcato la necessità, al fine di trattenere i giovani, di promuovere politiche economiche e sociali, servizi, welfare, ascolto, così da attivare un cambiamento di mentalità.
Non si tratta di trattenere le persone, ma è necessario essere attrattivi, far sì che chi rimanga voglia rimanere e anche chi, qualora decidesse di partire, possa trovare poi un’attrazione nel tornare.
Obbiettivo comune per affrontare il problema della fuga di cervelli, è generare alleanze tra diverse realtà, affinché si possano individuare e proporre azioni per migliorare la qualità della vita del nostro Paese e promuovere un’inversione di tendenza rispetto agli anni passati.