Come funziona l’accoglienza in Brianza

Si è svolto giovedì 27 luglio 2017 a Monza, presso la Sala dell’Oro – Provincia di Monza e Brianza, in via Grigna 13 – l’incontro di presentazione del V Report “Dal Mare e dalla Terra” a cura della RTI Bonvena, il raggruppamento di imprese sociali che gestiscono in Brianza gran parte dell’accoglienza dei richiedenti asilo in provincia di Monza e Brianza. Nel corso dell’incontro i rappresentanti della rete hanno illustrato le attività in corso di svolgimento e il modello di accoglienza perseguito, con un focus particolare sulle iniziative del Fondo di Solidarietà Hope e le attività previste nel Protocollo Volontariato.

Il Report, rivolto ai collaboratori, agli operatori pubblici e privati e ai rappresentanti istituzionali, ha l’obiettivo di informare sul progetto di accoglienza offrendo non solo dati, ma anche esperienze e racconti.

I partecipanti all’incontro di presentazione del report
I numeri di RTI Bonvena

I richiedenti protezione internazionale attualmente accolti da RTI Bonvena sul territorio di Monza e Brianza sono complessivamente 1073, circa 300 persone in più rispetto al 2016 (anno in cui l’impennata fu notevole rispetto al 2015, in cui si contavano 431 persone). La rete gestisce l’accoglienza di trecento migranti provenienti da ventisette nazioni. La più numerosa rimane la Nigeria (298), seguita da Gambia (139), Mali (118), Ghana (93), Senegal (91) e Costa D’Avorio (89).

Le strutture che ospitano i richiedenti asilo sul territorio sono distribuite su quaranta Comuni. Quelle più ampie si trovano nella città di Monza, in cui vi sono 107 persone ospitate in appartamento, 64 ospitate in hub, 59 in strutture comunitarie, 10 persone in SPRAR di cui 6 minori. A seguire vi è Limbiate con 129 persone in strutture comunitarie e 23 in appartamento, mentre a Camparada 127 persone ospitate in strutture comunitarie.

La platea

I numeri dell’accoglienza in Italia

Il 2016 ha registrato una vera e propria impennata di sbarchi in Italia e si è concluso con più di 181mila migranti accolti nel nostro paese. Il numero dei richiedenti asilo è aumentato del 17,8% rispetto al 2015 e i morti nel Mediterraneo sono stati oltre 5.000 contro i 3.771 del 2015. Il numero di migranti arrivati sulle coste italiane a inizio 2017 è stato di 94.192, mentre 256 sono gli uomini e donne che hanno perso la vita in mare.

Rispetto al totale delle accoglienze nazionali totali, le percentuali più alte si registrano in Lombardia, dove i richiedenti asilo e titolari di protezione internazionale accolti sono il 13% del totale nazionale di 174.573 persone. La maggior parte dei migranti è collocata in Centri di Accoglienza Straordinaria (CAS), istituiti all’inizio dell’operazione Mare Nostrum (ottobre 2013) che sono al momento la modalità di accoglienza più diffusa.

Questo il contesto in cui – nella provincia di Monza e Brianza – prosegue il progetto di RTI Bonvena, con l’obiettivo dichiarato di continuare a generare utilità sociale dalla presenza dei profughi sul territorio. Un modello innovativo, che si declina nella gestione ‘diffusa’ dell’accoglienza e che rappresenta una proposta cui anche in altri territori si potrebbe guardare con interesse.

I relatori rappresentanti di RTI Bonvena
Accoglienza diffusa: come funziona

RTI Bonvena è una rete composta dai due maggiori consorzi della provincia, il Consorzio Comunità Brianza e CS&L. Questi hanno aggregato numerose altre organizzazioni fra cui cooperative sociali, associazioni ed enti ecclesiastici vincendo la gara pubblica per la gestione dei servizi di Accoglienza Rifugiati. È dunque venuto a crearsi un sistema aperto che ha offerto la possibilità a cooperative, associazioni ma anche singoli volontari di poter dare il proprio contributo. Un modello di privato sociale che punta sull’accoglienza solidale e non sull’assistenzialismo. Unendo all’hardware (i posti letto e il vitto) anche un software costituito da una serie di altri servizi mirati a dare a tutti una chance di integrazione.

All’incontro hanno partecipato anche alcuni sindaci dei comuni brianzoli
I corsi di formazione professionale

Tra le numerose iniziative che RTI Bonvena ha messo in campo pur non essendo obbligatoriamente contemplate dalla normativa ministeriale, spiccano i corsi di formazione professionale. In linea con i principi della Carta della Buona Accoglienza delle Persone Migranti e grazie al Fondo di Solidarietà Hope, è stato possibile offrire a circa 1 persona su 5 un percorso di formazione professionale. Complessivamente sono stati iscritti ai corsi di formazione 366 persone, di cui 180 ai corsi di introduzione al lavoro e 186 iscritte i corsi professionalizzanti per un totale di 40mila euro. A tutto ciò si affianca la creazione di borse di lavoro e proposte di tirocinio in diverse aziende del territorio.

I corsi di italiano

Il progetto di formazione linguistica di italiano L2 di RTI Bonvena è strutturato come un sistema formativo aperto, in cui operano docenti qualificati e con alta esperienza di insegnamento con adulti e stranieri. Accanto al percorso didattico si stanno sviluppando anche attività collaterali come corsi di conversazione, moduli alfabetizzazione informatica, in collaborazione con ST Foundation, e moduli LXL, ossia percorsi brevi di formazione linguistica mirati per le diverse professioni, collaterali ai percorsi professionalizzanti.

Il Fondo Hope

Tra le iniziative che contraddistinguono maggiormente la proposta di RTI Bonvena, il Fondo di Solidarietà Hope nasce nell’aprile 2014 con l’obiettivo di mettere a disposizione risorse per promuovere azioni non richieste dal bando ministeriale, ma che spesso sono fondamentali per una opportunità concreta di integrazione e di inserimento lavorativo. Ogni ente partner Bonvena destina al fondo una quota (indicativamente 1 € al giorno per ogni richiedente asilo accolto all’interno del proprio progetto e delle proprie strutture). Oltre all’euro al giorno, il fondo è alimentato da donazioni e contributi privati.

I tipi di contributi erogati dal Fondo Hope sono quattro: Buono uscita (250 €), è erogato alla persona che perde i requisiti di richiedente asilo; Borsa lavoro (max 400 € per tre mesi), ha l’obiettivo di favorire l’inserimento lavorativo; Autonomia per affitto (max 1.200 € anno), ha lo scopo di favorire l’integrazione sociale e familiare; Gettone formazione, erogato direttamente dal Fondo Hope a beneficio del richiedente asilo che dovrà frequentare un corso professionale. Questi contributi vengono dispensati secondo specifici criteri di assegnazione e su decisione di un gruppo tecnico di lavoro.

A dicembre 2016 il Fondo di Solidarietà Hope ha raccolto quasi 400mila euro ed erogato circa 200mila euro. Oltre la metà delle erogazioni sono andate al “buono uscita”: un servizio importante perché assicura alla persona che ha ricevuto un diniego, e dunque un’espulsione, di non girovagare per il territorio, ma attraverso il buono procurarsi il biglietto e l’occorrente per un nuovo viaggio al di fuori del territorio nazionale.

Il V Report completo ‘Dal mare e dalla terra’ è disponibile qui

Fotografie di Giovanna Monguzzi

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