Giovanni Vigliotti, in arte Gelido giovane rapper di Trezzo sull’Adda, ha un cuore che batte all’insegna dell’altruismo. Fa quello che può: grazie al progetto discografico nato in collaborazione con il Comitato Maria Letizia Verga Onlus, devolve quasi l’intero ricavato della vendita del suo debut album: “(Non) Sei Solo Al Mondo” (Bitterpill Music – 2015). A malapena ricaverà il recupero per le spese discografiche, il resto sarà dato al Comitato per la sponsorizzare la nuova degenza, dedicata ai bambini malati di leucemia, che verrà inaugurata presso l’ospedale San Gerardo di Monza, il 25 maggio prossimo. Gelido è un ragazzo con il cuore in mano, con uno sguardo orgoglioso e fiero di sé, anche se si racconta come una persona pessimista e a volte sfortunata, che tuttavia cerca di risollevarsi da questa condizione umana, grazie all’amore. Non nasconde di andare a trovare i bambini, spesso viene contattato dai genitori per un incontro, mentre mi racconta ciò gli occhi gli brillano, ricchi di emozione. Gelido, è un artista vecchio stampo, di quelli che si presentano all’intervista con il proprio disco in regalo.
Come è nata l’idea e il desiderio di sposare una causa come quella della costruzione dell’Ospedale dei Bambini, con il Comitato Maria Letizia Verga?
Innanzitutto, c’è da dire che sono sempre stato così. Sono il mio carattere e la mia personalità a portarmi a far del bene agli altri, perché fondamentalmente fa sentire meglio me stesso. Inoltre, ci sono stati degli eventi nella mia vita, che mi hanno segnato profondamente, come la perdita di due carissimi amici, in un incidente stradale. Da lì è iniziato il cambiamento: ho avuto un periodo molto buio, durante il quale rifiutavo il contatto con la realtà. Poi ho iniziato a mutare me stesso, la visione che avevo del mondo, la percezione di ogni gesto che compivo. Dal ricordo di questo periodo, risalente a quasi quattro anni fa, ha origine il titolo del disco “(Non) Sei Solo al Mondo”. Questo album custodisce delle canzoni già nate tre anni fa, un progetto che solamente quest’anno mi sono sentito di concludere.
Come sei riuscito a entrare all’interno del progetto?
Ho contattato l’ospedale e mi sono proposto alla Fondazione. Loro mi hanno accolto con entusiasmo: sarebbe stata la prima volta che li vedeva rientrare all’interno di un progetto discografico. Da poco abbiamo aperto anche la rete del dono, parallelamente all’acquisto del disco. Funziona in modo semplice e diretto, in cui ognuno può donare anche solo 5 euro. Abbiamo posto un budget come obiettivo che consiste in 1000 euro, necessari per acquistare un metro quadro della nuova ala dell’ospedale.
Come sta andando la raccolta?
Siamo quasi al 50%, abbiamo superato la soglia dei 400 euro. L’iniziativa si concluderà il 21 giugno, Giornata Nazionale contro la Leucemia.
C’è una canzone a cui sei più legato?
In primis “(Non) sei solo al mondo”, che dà titolo all’album, ma che rappresenta anche la volontà di realizzare questo progetto. Parla di una ragazza che si chiama Chiara, che viene derisa dai social, perché si sente un po’ grassa. Questo problema poi nelle strofe successive viene generalizzato, per dare la possibilità a chiunque stia attraversando un momento difficile o una malattia non accettata dalla società, di riconoscersi nel testo della canzone.
Il ritornello dice infatti: “Cerca di essere come sei, sei importante per quel che hai , il mondo picchia, tu fatti trovare pronto, amati per quello che sei e ricorda che dovunque andrai, sì, tu non sei solo al mondo”, quindi non sottovalutarti, fatti trovare pronto, perché la vita che picchia, come una malattia che si abbatte su di te, o come è successo a me, una grave perdita.
Da cosa sono ispirati i tuoi testi?
Dall’amore, sempre. L’amore in vari aspetti: per una persona, per la famiglia (vedi, Grazie ai miei). E poi ad esempio l’amore per i miei angeli, che ritrovi nella canzone “Restate dentro di me”.
I tuoi progetti futuri quali sono?
Ne ho tanti, sostengo di non dormire mai, perché anche quando dormo, penso! Ho iniziato a scrivere qualche nuovo testo.
Essendo un artista come fai ad equilibrare questo aspetto umile, pur cercando di puntare al successo, che solitamente tende a rendere egoisti?
Fondamentalmente, lo faccio per sentirmi bene, non mi interessa avere otto milioni di fans. A me interessa anche averne solamente cento, ma con il cuore che batte per le emozioni che riesco a donare loro.
Chiara De Carli