di Daniela Annaro
Cinquantadue anni fa, a Parigi, il 31 agosto 1963 moriva Georges Braque, uno dei padri dell’Arte moderna. Era nato a Argenteuil nel maggio del 1882. Argenteuil era un luogo amato dai primi pittori impressionisti e gli esordi risentono di quell’esperienza anche se già dal 1904 si orientò verso il Fauvismo. I ribelli e selvaggi Fauves , questa la traduzione dal francese, erano più vicini allo spirito di Georges esattamente come Cezanne con i suoi paesaggi pre-cubisti, una sorta di prologo al movimento che Braque fondò con Pablo Picasso .
Era il 1907 quando un critico parigino, recensendo una serie di opere di Georges, scrisse: “Braque riduce tutto a cubi”. Il termine ebbe una grande fortuna.
Braque e Picasso sono i fautori e interpreti principali di quel movimento che conosciamo sotto il nome di Cubismo. Pablo e Georges partono da un assunto: la pittura non deve imitare la natura, come peraltro già avveniva nelle culture primitive, come quella africana. Una relatività della conoscenza dopo l’eccessivo ottimismo del Positivismo.
Cubismo analitico e sintetico sono le definizioni con cui critici e storici suddividono le due fasi: la prima, la più intensa, va dal 1908 all’11, la seconda, dal ’12 al ’14, ed è caratterizzata dall’inserimento sulla tela di lettere, numeri, papier collé, collage, elementi che danno la misura di nuovi linguaggi espressivi, un bisogno di libertà.
Quattro anni in cui le opere di Braque e quelle di Picasso sembrano confondersi. Una ricchezza inventiva che spianerà la strada alle Avanguardie artistiche.
Ma sono anche gli anni che preludono alla scoppio della Grande Guerra. Georges si arruolò e venne gravemente ferito, poi decorato con la Croce di Guerra e della Legion D’Onore.
Questa drammatica esperienza segnò anche lo spartiacque dell’avventura cubista con Picasso.
Braque si distinse con soggetti più intimistici come le tante nature morte e la serie dei “Caminetti”, delle “Canefore” (figure femminili, portatrici di frutta ispirate all’Antichità). Nell’avvicinarsi della Seconda Guerra Mondiale, ancora una svolta sulla tela di Braque: interni di ambiente, il mare e le sue profondità inquietanti, la libertà degli uccelli in volo. Georges si cimentò anche con la scultura, soprattutto in bronzo.
Mezzo secolo e più di ricerca artistica impegnata a formulare ipotesi sempre nuove sul concetto di spazio. Una grande artista che, con umiltà da artigiano, raggiunse l’apice della pittura del secolo scorso, una figura, forse, offuscata dal gigante Picasso.