Giornate FAI di Primavera 2019

Ogni anno il primo weekend di Primavera i volontari del FAI organizzano Giornate FAI di Primavera, una manifestazione nazionale dedicata alla riscoperta e valorizzazione del patrimonio storico, artistico e culturale del nostro Paese.

Per la 27esima edizione, sabato 23 e domenica 24 marzo la Delegazione FAI Monza, con il Gruppo Giovani e il Gruppo del Vimercatese, apre 4 Beni,
grazie al supporto di oltre 100 volontari:

– a Monza la Cappella Espiatoria e a Vedano al Lambro Villa Zendali, già Umberto I di Savoia;

– a Oreno Villa Gallarati Scotti e a Cavenago di Brianza Palazzo Rasini.

Due percorsi tematici differenti.

Umberto I di Savoia, la storia, le storie

Ci siamo concentrati su quanto abbia rappresentato per Monza, in termini di immagine, sviluppo economico, fioritura artistica e culturale la presenza della corte alla Villa soprattutto negli ultimi decenni dell’800 con re Umberto I che aveva eletto la Villa di Monza come propria dimora prediletta; a tal fine aveva avviato riforme per adeguare l’edificio al nuovo ruolo di rappresentanza, spostando l’asse dei fornitori di beni e arredi di lusso da Milano a Monza, secondo il gusto della corte.

Il suo assassinio ha segnato, invece, in negativo la storia successiva della città rimasta sempre in bilico tra volontà di rimozione ed espiazione.

Due Beni, a Monza la Cappella Espiatoria e a Vedano al Lambro Villa Mellerio Somaglia Umberto di Savoia Gianetti Zendali, mai aperta al pubblico, consentono di far luce su alcuni aspetti della figura pubblica del re, ma anche sulla ricaduta che la sua presenza ebbe sulla vita quotidiana di Monza e Vedano.

Cappella Espiatoria, interno – Foto Dario Piovera

A livello nazionale diede impulso alla modernizzazione del Paese, potenziò le istituzioni scientifiche, finanziò ospedali, fece abolire la pena capitale, estese il diritto di voto e potenziò la scuola elementare gratuita e laica. Fu però anche il re della triplice alleanza, delle imprese coloniali disastrose, del disastro di Adua, di scandali finanziari, fu promotore dell’onorificenza conferita a Bava Beccaris dopo i moti di Milano.

A Monza donò 500.000 per la costruzione del nuovo ospedale, frequentò lo studio di Gerardo Bianchi, fotografo ufficiale dei Savoia ed elesse a fornitori ufficiali della Real casa molti negozi, tra cui Frette. A Vedano al Lambro contribuì alla costruzione dell’asilo infantile, ad alcuni interventi di miglioramento della viabilità urbana. Fu sempre disponibile a finanziare opere pubbliche, si prodigò in opere di beneficenza.

A Monza la Cappella sorge sul luogo dove il 29 luglio 1900 re Umberto I venne assassinato dall’anarchico Bresci. La visita consentirà di ammirare l’edificio, in pietra di Oggiono, caratterizzato da una scalinata monumentale che conduce alla cappella sopra la quale si innalza una struttura di circa 35 metri impreziosita da due croci in alabastro d’Algeria trasparente, che ogni anno – la notte del 29 di luglio – sono illuminate.

Per la sua realizzazione furono chiamati i migliori artisti, artigiani, scultori, mosaicisti (Società Venezia-Murano), cesellatori italiani del momento e circa 200 eccellenti operai.

Cappella Espiatoria – Foto Dario Piovera

La cappella, decorata con mosaici in cui prevalgono le tessere in foglia d’oro vero tra due lamelle di vetro è di ispirazione bizantina che si richiama al mausoleo di Galla Placidia di Ravenna.

Al centro della cripta sottostante, impreziosita da ricchi mosaici, un cippo in marmo nero segnala il punto dove fu assassinato il re; al suo interno sono conservate 200 corone votive bronzee inviate da istituzioni italiane e straniere. Il percorso permetterà di ammirare anche l’esedra, decorata con mosaici in ciottoli di fiume.

Il Museo della Cappella Espiatoria è attualmente sotto la tutela del Mibac e in gestione al Polo museale della Lombardia che ha collaborato con la Delegazione per questa apertura. Durante le aperture sarà possibile vedere anche alcuni oggetti inediti, che sono conservati negli archivi del museo.

Indirizzo: Via Matteo da Campione 8, Monza

A Vedano le nostre visite culturali racconteranno la storia di Villa Zendali, documentata dall’anno 1810. La villa ebbe diversi proprietari e, nel 1878, fu acquistata dall’allora principe Umberto di Savoia, figlio di Vittorio Emanuele II Re d’Italia, che la usava come luogo di riposo e casino di caccia.

Villa Zendali -Foto Dario Piovera

I volontari illustreranno la struttura semplice della villa, austera nelle sue parti lineari, a due piani, scandita dalla regolarità simmetrica di porte e finestre; il notevole scalone in legno di accesso al piano nobile, porte, soffitti, stucchi e arredi.

Al piano terreno aperto alle visite il salone di rappresentanza il cui soffitto è impreziosito da una elaborata decorazione a stucco. Le decorazioni del soffitto ricordano quelle realizzate dall’architetto Achille Majnoni d’Intignano alla Villa Reale di Monza durante i lavori di ristrutturazione voluti da Umberto I.

Al suo interno collocheremo documenti e dipinti originali in collaborazione con Collezione Sabauda e le Guardie d’Onore alle Reali Tombe del Pantheon, grazie a Vincenzo Panza, Fabrizio Bava e Pasquale Griesi secondo i quali gli oggetti che collezionano hanno fatto la storia e non l’hanno subita e consentono non solo di poter vedere e apprezzare una dimora come patrimonio culturale e storico del Paese, ma anche di far rivivere quei luoghi, dando al visitatore la possibilità di apprezzare un’esperienza culturale straordinaria, accomunandosi alla missione del FAI.

Indirizzo: Via Santo Stefano 4, Vedano al Lambro

«La gloria, l’utile e il diletto» Le ville di delizia e i palazzi nobiliari in Brianza

La proposta culturale del Gruppo Fai del Vimercatese, in collaborazione con la Delegazione FAI Monza, si concentra su due edifici di straordinaria bellezza che, insieme ad altri, popolano la nostra Brianza: Palazzo Rasini a Cavenago di Brianza e Villa Gallarati Scotti a Oreno di Vimercate.

Palazzo Rasini – foto Dario Piovera

L’ispirazione è arrivata da uno scritto di Bartolomeo Taegio, “La Villa”, risalente al 1559, dove l’autore dice: «infinita è la gloria, infinito l’utile e infinito il diletto della vita rusticana» nelle ville di delizia del nostro territorio.

Vogliamo dunque riscoprire quei luoghi che nel passato sono diventati un vero e proprio status symbol della nobiltà milanese e brianzola.

Palazzo Rasini, ora sede del Comune di Cavenago di Brianza, è uno dei più significativi esempi di dimora storica del milanese del secondo Cinquecento: in quell’epoca, infatti, l’allora conte di Cavenago, Marcantonio Rasini, decise di stabilirsi con la sua imponente dimora nel cuore del piccolo borgo lombardo.
Le campagne di restauro hanno recentemente permesso di esaltare la qualità del progetto, riconducibile a Martino Bassi, uno dei più importanti architetti della Milano del tempo, caratterizzato all’esterno dall’ampia corte d’onore e dall’imponente facciata che costituisce uno dei lati della piazza principale di Cavenago.
All’interno il percorso si snoda in uno spazio sapientemente organizzato, impreziosito dalle splendide decorazioni delle sale che variano da paesaggi e figure fantastiche, a stucchi rococò, a musicisti che si affacciano dall’alto della Galleria al piano nobile. Il riconoscimento di importanti personalità come Carlo Antonio Procaccini, Giovanni Stefano Montalto, Giovanni Paolo Cavagna e Mattia Bortoloni ne ha suggellato definitivamente l’alto valore artistico.

In alcuni momenti del weekend dedicheremo visite guidate dedicate ai più piccoli (accompagnati), laboratori creativi a seguire. Per questa attività gli orari sono: sabato h 14, 15 e 16 e domenica h 10:30, 11:30, 14:30 e 15:30.

Indirizzo: Piazza Libertà, 18, Cavenago di Brianza

A Oreno, invece, ci accoglierà la monumentale architettura neoclassica di Villa Gallarati Scotti, insieme a fantastici affreschi barocchi e il suo grandioso giardino romantico.
Eretta in stile barocchetto tra la fine del Seicento e l’inizio del Settecento, alla fine dello stesso secolo la villa viene profondamente ristrutturata dal celebre architetto brianzolo Simone Cantoni il quale, grazie al suo stile caratterizzato dalla ricerca di un’architettura essenziale, la trasforma in un raffinato edificio neoclassico. Il grandioso parco, originariamente alla francese con statue, fontane e ninfeo del Nettuno, viene prima ampliato e successivamente trasformato per conformarsi alla moda del parco all’inglese.
Con la sua imponenza, villa Gallarati Scotti domina la piazza centrale di Oreno e, anche grazie all’immenso parco alle sue spalle, è oggi uno dei migliori esempi di dimora signorile lombarda.

Indirizzo: Via Tommaso Gallarati Scotti, 13, Oreno, Vimercate MB

Le Giornate FAI di Primavera coinvolgono ogni anno gli Apprendisti Ciceroni©, studenti delle scuole secondarie di II grado che partecipano alla conduzione delle visite culturali.

Abbiamo coinvolto 70 studenti di 5 istituti scolastici:, IIS Mosè Bianchi, ITSSEC A. Olivetti, liceo classico Dehon di Monza, il liceo scientifico Enriques di Lissone e l’Istituto M. Bassi di Seregno.

Nelle Giornate FAI di Primavera si propone alle scuole una grande opportunità di studio e attività sul campo: gli studenti, dopo essersi preparati con l’aiuto dei loro insegnanti e dei Delegati FAI, illustrano ai visitatori gli aspetti storici e artistici dei beni aperti, trasformandosi in Apprendisti Ciceroni®.

Organizzazione. La manifestazione si svolgerà dalle ore 10 alle ore 18. Corsie preferenziali per gli iscritti FAI. Possibilità di iscriversi al FAI ai banchetti presso i Beni.

Palazzo Rasini: visite dedicate ai bambini: sabato ore 14, 15 e 16 e domenica ore10:30, 11:30, 14:30 e 15:30.

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