di Francesca Radaelli
Si rinnova anche quest’anno la proposta “Giovani Fuori Giovani Dentro”, promossa dalla Caritas di Monza in collaborazione con la casa circondariale della città. Un percorso articolato in quattro incontri, il primo dei quali si svolgerà sabato 25 gennaio e vedrà il gruppo di giovani che quest’anno hanno aderito all’iniziativa trascorrere un paio di ore all’interno del carcere dialogando con un gruppo di giovani detenuti. Giovani a confronto, gli uni di fronte agli altri, spogliati di tutti gli stereotipi e delle etichette, e con le proprie fragilità messe a nudo.
L’iniziativa monzese, che costituisce una rielaborazione della proposta Giovani e Carcere portata avanti all’interno della Diocesi attraverso Caritas, giunge così alla sua terza edizione. Per i giovani detenuti rappresenta un vero e proprio canale per mantenere un contatto con il mondo che sta ‘fuori’ dal carcere: per questo ‘da dentro’ continua ad essere fortemente desiderato e richiesto. Ma il progetto registra un interesse crescente anche da parte dei ‘giovani fuori’, che si avvicinano all’esperienza per lo più attraverso il passaparola, animati dal desiderio di comprendere la realtà del carcere attraverso l’incontro in prima persona con i ‘giovani dentro’. Durante gli incontri non si parla degli errori commessi, né della durata della pena. Si incontra però l’aspetto riabilitativo del regime carcerario, che ha l’obiettivo di riportare al centro la persona.
“In carcere stanno i detenuti, noi andiamo a incontrare le persone”. Don Stefano Buttinoni della Caritas Monza, animatore del progetto, ne sintetizza così il senso e lo spirito. “Un incontro che si svolge oltre la siepe degli sbagli di ciascuno, dove ogni persona riappare di fronte a sé in quanto tale, pronta sì a ripercorrere il proprio sbaglio, ma soprattutto a riscoprire se stessa. Un incontro che è sempre reciproco, che avvicina all’altro, cambia il nostro modo di vedere l’altro. Un altro all’apparenza distante che però, visto da vicino, ci appare non più così dissimile”.
Risultato? “Nel corso degli incontri delle precedenti esperienze abbiamo visto cadere progressivamente le reciproche barriere”, racconta ancora don Stefano. “Anche da parte dei detenuti, che talvolta inizialmente si sono avvicinati al primo incontro con sospetto o con la paura di esporsi al giudizio. Invece è proprio la fragilità a unirci nell’incontro, a rappresentare il primo punto di contatto: il trovarsi gli uni di fronte agli altri, senza nessun ostacolo a dividerci, con le difese abbassate da una parte e dall’altra”.
E così è successo che, in seguito al dialogo con i ‘giovani fuori’, qualcuno dei detenuti ha scritto delle lettere, ha accettato di aprire una parte di sé, ha sbloccato dei canali di comunicazione. E per alcuni di loro l’incontro con i ‘giovani fuori’ è diventato un percorso di ampio respiro che si è ripetuto anche l’anno successivo.
“Con il tempo la proposta si è affinata”, aggiunge don Stefano. “Abbiamo definito gli argomenti da mettere al centro della discussione, i temi su cui confrontarci nel corso degli incontri, per attivare il dialogo e entrare più in profondità nel racconto di sé”.
Quest’anno sono quasi una quarantina i ‘giovani fuori’ che hanno aderito al progetto, segno di un interesse crescente verso la proposta, semplice e allo stesso tempo profonda, di un incontro personale con chi vive una realtà davvero poco conosciuta, al di là degli stereotipi con cui l’informazione e talvolta la politica raccontano il mondo carcerario. Una realtà all’interno di cui è possibile ritrovare sempre e comunque il volto dell’altro, al di là di ogni male o errore del passato.
Gli incontri saranno alla casa circondariale di Monza, il sabato dalle 12.00 alle 14.00 e , a seguire, ci sarà un pranzo veloce insieme di scambio dell’esperienza fatta. Queste le date:
25 gennaio
29 febbraio
28 marzo
18 aprile
Qui il racconto dell’esperienza di due anni fa: http://www.ildialogodimonza.it/giovani-dentro-e-giovani-fuori/