Giovanni Impastato a Monza: testimonianza contro la mafia

Giovanni Impastato

Giovanni Impastato è stato ospite della serata organizzata dai promotori del progetto “Famiglia Libera energia contro le mafie” (a cui aderiscono l’Associazione Libera, le Acli, il consorzio GOEL, il Forum delle Famiglie e con la collaborazione di Banca Etica) che si è svolta a Monza lo scorso 26 novembre al Teatro Binario 7. Suo fratello Peppino, giornalista siciliano fondatore di Radio AUT, una radio libera e contro la mafia, fu ucciso a Cinisi  il 9 maggio 1978.  Al centro della riflessione il ruolo della famiglia, come pubblicoambito di promozione della legalità e di contrasto della cultura mafiosa. “Peppino osò sfidare -racconta Giovanni– e  rompere i codici mafiosi che erano alla base delle relazioni familiari mafiose. All’interno di questa vicenda umana c’era la famiglia intera: nostra madre scelse di rompere i codici formali della famiglia siciliana tipica degli anni ’70. La figura di Felicia Bartolotta Impastato fu determinante. Lei scelse di schierarsi dalla parte del figlio, riconoscendo in quanto sbagliati una serie di valori mafiosi che erano diventati parte del loro stile di vita. Dopo l’assassinio di Peppino,  mia madre scelse di abbandonare  i parenti mafiosi e di aprire “la porta di casa” in segno di rottura rispetto alle tradizioni  mafiose che le imponevano un lutto  discreto e silenzioso”.   Giovanni Impastato ha concluso il suo discorso ricordando che  la legalità non è solo rispetto delle leggi in quanto tali, ma è soprattutto rispetto della dignità umana.”

Il progetto “Famiglia Libera energia contro le mafie” si propone di attivare una collaborazione con le scuole superiori, al fine di creare cooperazione e dialogo con il mondo giovanile e le famiglie sul tema dell’educazione alla legalità.

Erica Fraceti, foto di Albino Casati

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