di Enzo Biffi
Solidarietà al gorgonzola. Ogni atto di solidarietà, soprattutto se coraggioso, meglio ancora se curioso, merita un plauso.
Quando poi riesce a risultare pure simpatico, beh, allora raccontarlo diviene un doveroso piacere.
Nel pieno di una complessa e forse un poco esagerata emergenza sanitaria nazionale, che porta in se come provvedimento principe l’isolamento fra le persone, anche un piccolo gesto di vicinanza fra gli uomini può riaprire porte, dipanare nebbie.
I fatti
Un’autorevole delegazione di autorità locali, rappresentanti potere temporale e spirituale che, quasi come dei Magi padani, portano simbolicamente in dono il prezioso frutto del proprio territorio ai vicini di casa colti da improvvisa tempesta: quattro forme di gorgonzola.
Parroco in testa, in buona compagnia di Sindaco, presidente della Pro-loco e Capo dei vigili dell’omonimo paese, ieri l’altro si sono recati con geniale tempismo al limite consentito della zona rossa dei comuni di Codogno e Casalpusterlengo per un generoso atto di solidarietà materializzatosi nell’antico formaggio.
Inutile raccontare della sorpresa e del conseguente ringraziamento dei colleghi locali, ai quali non deve essere stato difficile strappare un sorriso; tanto per il prezioso gesto di solidarietà quanto per avergli dato forma nobile.
Se il nostro esistere è fatto di spirito, materia e simboli, a me pare di leggere in questo gesto, forse in apparenza un poco surreale, la comunione compiuta.
L’atto di solidarietà svela un desiderio di fratellanza che. in giornate come queste. sembra sopito e forse, per inspiegato pudore, timidamente sommesso: è per questo che la sua apparente leggerezza lo esalta.
La scelta del dono, non so quanto consapevolmente, suggerisce a me una metafora attuale, un simbolo efficace e curioso.
Del gorgonzola, formaggio medievale, la narrazione popolare ci tramanda le qualità di preservare salute e longevità, oltre che rendere i consumatori abituali particolarmente resistenti a infezioni e malattie. Ecco: qui entriamo a piene mani nella potenza evocativa del simbolismo. Latte, materia povera e naturale che magistralmente manipolata da secoli di cultura tradizionale, si trasforma e nobilita grazie all’intervento calibrato di una muffa.
E io qui mi fermo.
Abbiamo indubbiamente bisogno di sicurezze scientifiche, tecnologie e procedure che permettano il funzionamento del complesso ingranaggio contemporaneo ma, senza anima, fratellanza e umane sensibilità le muffe dell’ansia diventerebbero ingovernabili.
Ecco il messaggio vocale inviato per WA da don Paolo Zago
Monza, 28 febbraio 2020