di Daniela Zanuso
Cifre da capogiro. Sono quelle del mondo del gioco d’azzardo, da anni dichiarato “legale” perché gestito dallo Stato e che, in Italia, coinvolge 18 milioni di persone. Sono informazioni che abbiamo ricevuto da Fabrizio De Giovanni nel bellissimo spettacolo teatrale “Gran Casinò”, che si è tenuto domenica pomeriggio presso il Teatro Triante di Monza, primo appuntamento della Settimana della Carità.
In un’Italia che da almeno due decenni è in forte declino economico e sociale, il gioco d’azzardo ha avuto un’exploit straordinario e inarrestabile. Gli italiani spendono ogni anno la bellezza di 98 miliardi di euro (dato 2015) tra lotto, superenalotto, totocalcio, gratta e vinci, winforlife, bingo, slot machines, poker online e avanti così perché, ogni tanto, se ne inventano uno nuovo.
Siamo meno dell’1% della popolazione mondiale, ma nel gioco siamo il 4° Paese al mondo e rappresentiamo il 23% del mercato mondiale. Ogni cittadino si gioca in media più di 1.500 € all’anno.
“I giocatori compulsivi credono di trovare la soluzione ai loro problemi economici – racconta Fabrizio De Giovanni – e lo Stato, dal canto suo, pensa di risolvere i suoi deficit di bilancio, considerato che una parte dei proventi finisce nelle sue casse e serve a coprire i buchi o a finanziare la rinascita dei paesi distrutti dal terremoto”.
Una denuncia forte e spesso illuminante sulla piaga del gioco d’azzardo che De Giovanni, citando una frase di Einaudi, ha definito “la tassa sugli imbecilli”. Tutti i governi che si sono succeduti negli ultimi 20 anni, che fossero di destra o di sinistra, di sono adoperati per spingere l’acceleratore e consentire, pescando nel torbido, un aumento delle entrate fiscali. Una visione miope che non tiene nessun conto dell’impatto sociale che questo comporta.
“Spesso – afferma De Giovanni – ex politici che hanno collaborato alla redazione del testo unico sui giochi d’azzardo, vengono candidati al Parlamento e assumono incarichi di rilievo nella gestione politica del settore. Una babele del business ad ogni costo, un business perverso gestito dalle lobby del gioco e dalla malavita”. E per tutta risposta, la tombolata organizzata nel centro anziani della parrocchia è diventata illegale. SI rischiano dai 4 mesi ad 1 anno di reclusione. Ormai siamo alla schizofrenia.
Fabrizio De Giovanni, con il suo spettacolo di Teatro Civile, che ha ricevuto numerosi riconoscimenti tra cui quello del Presidente Napolitano, ci ha aiutati a prendere consapevolezza di un fenomeno che è ormai fuori controllo e il cui costo è elevatissimo: famiglie distrutte, vite spezzate, minorenni che spacciano per procurarsi il denaro, costi sociali inestimabili.
Per la cronaca lo spettacolo è andato in scena anche a Montecitorio, su invito della Commissione Affari Sociali che lo ha presentato alla Camera dei Deputati. Questo a testimonianza che una parte della classe politica è sensibile e consapevole della gravità di questo tema.
Ma noi cosa possiamo fare? Ecco la buona notizia: possiamo scegliere. Da anni è nato un movimento che si chiama Slotmob. Il principio è semplice: se da oggi scegliessimo di acquistare solo nei bar senza Slot, il problema sarebbe già risolto. Premiamo i bar e i centri commerciali che hanno scelto di rinunciare alle Slot machines attraverso una colazione o un aperitivo. Andiamo a decine, a centinaia, alleniamoci a votare con il portafoglio e sensibilizzare le persone sul tema. Il sito di De Giovanni ci viene in aiuto: ecco un modo per cercare gli esercizi commerciali che non hanno slot: clicca qui
E se vuoi fare di più Fabrizio De Giovanni e Itineraria Teatro sono disponibili a presentare il loro spettacolo nelle scuole, nei teatri, negli oratori, ovunque ci sia qualcuno che ha desiderio di lottare contro il gioco d’azzardo. Per maggiori info: clicca qui