Ho conosciuto un altro genere di angeli


Monza. Inaugurata “Slancio” il nuovo centro di accoglienza per malati di Sla

Slancio: è il titolo apparentemente in contrasto, visto il dramma che vivono i  malati di Sla e i pazienti in stato vegetativo, della nuova struttura inaugurata oggi a Monza a fianco della Residenza san Pietro. Roberto Mauri direttore de La Cooperativa Meridiana, titolare della struttura,  ha raccontato la storia che ha portato oggi al taglio del nastro: è da oltre 10 anni che il team della Meridiana valutava di aprire un spazio di accoglienza in grado di offrire maggior benessere a famiglie e pazienti, duramente provati da queste malattie.

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La Meridiana ha pensato ad  un luogo  in grado di rispondere al bisogno di ospitalità, di cura, di affiancamento, di sostegno psicologico, di sorrisi e di … slanci appunto. Uno slancio che crede fortemente nella vita anche quando questa diventa un battito di ciglia, un silenzio senza risposte, uno sguardo assente e nel contempo pieno di affetto.


La caparbietà e  il coraggio di Roberto Mauri, uniti alla determinazione del team e di tutto il personale della cooperativa, sono le virtù che hanno consentito il cammino culminato oggi con l’apertura del Centro. “Purtroppo –ha ironizzato Mauri-  abbiamo “solo” 18 giorni di ritardo rispetto alla tabella di marcia”.  I lavori di realizzazione hanno richiesto poco più di 2 anni, un record considerato i tempi tecnici e i travagli burocratici.

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La bellezza di questo progetto è stata anche sottolineata dai rappresentanti delle istituzioni, il Sindaco di Monza Roberto Scanagatti, l’assessore regionale Maria Cristina Cantù, il presidente della Provincia Dario Allevi, il direttore Asl Matteo Scocco. “Slancio” è anche una struttura di eccellenza, la prima in Italia con domoticaall’avanguardia, ove la tecnologia è al servizio dell’uomo e del benessere: attraverso un telecomando il paziente può governare la sua stanza e il suo letto ed essere autonomo malgrado la difficile situazione. “Il nostro obiettivo – ha ricordato Mauri di fronte a tantissime persone presenti all’inaugurazione  – è quello di prendersi cura, migliorare le condizioni di chi vive e convive con la  sofferenza.


Oggi  consegniamo alla città un luogo di eccellenza per la cura e per le relazioni sociali e famigliari”. Un’inaugurazione fortemente sentita anche dai famigliari dei pazienti. Il papà di Stefano, giovane adolescente da tre anni in stato vegetativo, ha ringraziato Mauri e la Cooperativa La Meridiana per aver finalmente aperto il Centro, ampio, accogliente, adeguato alla situazione di cura dei malati e di accoglienza delle famiglie.


Una voce emozionata quella del papà di Stefano: “Prima che mio figlio s’ammalasse credevo negli angeli e nei loro interventi provvidenziali, dopo,  il mio credo si è spento … adesso ho ritrovato fiducia e penso che questa sia già la mia seconda casa … Ho conosciuto un altro tipo di angeli, indicando Mauri e il suo staff.” Poi la testimonianza di  Luigi da 5 anni ricoverato, letta da suo figlio, anche questa commovente e piena di gratitudine.

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Dieci milioni di investimento, venti anni di debiti, ciò malgrado Mauri e la Meridiana non si sono scoraggiati e neppure impauriti. La dimostrazione, in questi tempi di crisi, che si può investire nel sociale, nella cura, nel benessere comunitario e che questi investimenti creano lavoro e migliorano la vita. Oggi, se dovesse esser necessario ribadirlo,  abbiamo la conferma: dall’impresa  sociale, dalla cooperazione, dal cosiddetto terzo settore, scopriamo uno fra gli antidodi alla crisi, non solo in senso economico e di incremento del Pil ma nel senso di una rivoluzione culturale necessaria.

Fabrizio Annaro

Fotografie di Stefania Sangalli

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