I Dritti dei minori a Monza e Brianza

di Virginia Villa

Mercoledì 19 ottobre si è tenuta la conferenza sul dodicesimo rapporto di aggiornamento della convenzione sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza in Italia, con un particolare focus su Monza e la Brianza. Un’iniziativa promossa dal Carro Impresa Sociale in collaborazione con altre Comunità Educanti Minori. 

Il progetto “YES” per superare le disuguaglianze sociali

L’incontro, aperto Egidio Riva, Assessore al Welfare e Salute del Comune di Monza, ha visto come primo relatore Andrea Bagarotti, responsabile dell’Ufficio Piano in ambito di Seregno, che ha sottolineato un punto estremamente importante da tenere in considerazione per elaborare un piano di azione efficace ed efficiente per prevenire il disagio sociale nell’infanzia, nell’adolescenza e, più in generale, nel corso della vita di un individuo: le disuguaglianze che nascono nel primo periodo della vita di una persona, se non ostacolate, rischiano di diventare disuguaglianze di opportunità e di crescita. Bagarotti ha giustamente parlato di destino sociale auspicando al contrasto delle disuguaglianze attraverso le politiche pubbliche, gli interventi sinergici tra istituzioni, scuole e famiglie, progetti individualizzati, supporto alla genitorialità, percorsi formativi e luoghi di aggregazione e, non da ultimo, il contrasto all’abbandono scolastico. Il tema della scuola in relazione all’abbandono e alla dispersione è stato più volte richiamato nel corso della conferenza ed è stato delineato come punto indispensabile sul quale lavorare al fine di garantire l’inclusione e la crescita dei bambini e dei ragazzi.

A tal proposito è stato ideato il progetto YES (Young Empowerment Space) che , tra gli altri punti focali, vuole lavorare sul sostegno e sul rafforzamento delle reti sociali e del contenimento del disagio sociale e del suo impatto anche sulla salute del minori, superare l’autoreferenzialità e la frammentazione di alcuni servizi e la connessione tra i principali attori istituzionali che si occupano di adolescenza. Per arrivare a realizzare questi punti programmatici è indispensabile cambiare metodo di lavoro e abbracciare la co-programmazione e la co-progettazione attraverso una reale integrazione del territorio.

Quattro interventi focus

Durante la conferenza è stato dato ampio spazio a quattro focus importanti volti a riportare quanto si è già fatto e quanto ancora si potrebbe fare per il concerto superamento delle disuguaglianze sociali. I quattro ambiti individuati sono stati ambiente familiare e misure alternative, affidamento familiare, dispersione scolastica e disabilità e inclusione.

Ambiente familiare e misure alternative

Il focus sull’ambiente familiare e le misure alternative è stato presentato da Andrea Colciago dell’Istituto Pavoniano Artigianelli il quale, in linea con i relatori precedenti, ha parlato di  corresponsabilità e reciprocità tra le istituzioni attraverso il supporto alla genitorialità a livello universalistico, con maggiore attenzione alle situazioni di fragilità. Un esempio di situazione di fragilità è quella dei figli di donne carcerate per i quali sarebbe meglio promuovere un ambiente di crescita sereno e “libero”, quale potrebbe essere una casa-famiglia per queste donne e i loro figli.

Affidamento familiare

Donata Micucci, dell’ANFAA, ha proseguito il discorso di Andrea Colciago dicendo che, qualora non fosse possibile per un minore crescere in una situazione o un ambiente sereno e sicuro, una delle alternative potrebbe essere quella di intraprendere la strada dell’affidamento familiare (o affidamento a delle comunità). In quest’ottica, secondo Micucci, c’è il bisogno di un cambio profondo di mentalità attraverso il quale capire che l’affidamento familiare non significa togliere il bambino ai suoi genitori, ma affiancare e dare sostegno alla famiglia di origine. In questo processo è fondamentale la presenza di operatori disposti a dialogare con i genitori biologici per aiutarli a capire la situazione e supportarli nel percorso di riabilitazione al fine di dare il giusto sostegno al bambino garantendone i diritti fondamentali.

Dispersione scolastica

L’intervento di Alessandra Bulzomì, Coordinatrice della Scuola Popolare Il Carrobiolo, ha suscitato particolare interesse tra il pubblico presente perchè ha posto il focus sul pericolo delle conseguenze della dispersione scolastica, aggravato dalla pandemia da Covid-19 che ha imposto la DAD (Didattica a Distanza) per un lungo periodo scolastico.

Per ovviare a questo problema sono stati individuati, tra gli altri, tre punti fondamentali: il tempo, da intendersi non solo in ambito scolastico, ma in grado di abbracciare la quotidianità del bambino e del ragazzo, gli spazi che devono essere culturali, ma anche sportivi, artistici e ricreativi. E’ auspicabile, inoltre, che ogni bambino e ragazzo abbia figure educative di riferimento con le quali instaurare un rapporto di fiducia e alle quali chiedere aiuto in caso di necessità. Bisogna investire sui ragazzi per evitare che diventino un costo economico in futuro, ma soprattutto perché i bambini e i ragazzi hanno il diritto a politiche che investino su di loro e per loro.

Disabilità e inclusione

L’ultimo intervento focus ha visto come relatore Giovanni Vergani, della Cooperativa Novomillennio, che ha posto una domanda apparentemente semplice, ma dal significato profondo: qual è il diritto del bambino? Forse, a detta di Vergani, è il diritto alla diversità. La parola diversità crea paura e, per questo, suscita difese che vanno dal rifiuto al compatimento alla negazione della disabilità (dire che siamo tutti uguali è un atteggiamento sbagliato in quanto pregiudica le azioni volte al superamento della diversità; ognuno è diverso e per questo ognuno ha bisogno di attenzioni differenti).

Ma allora di quale diritto parliamo? Sicuramente al diritto di essere riconosciuto, anche nelle proprie fragilità; al diritto di sentirsi parte della comunità e sentire di avere un proprio ruolo all’interno della relazione; ed infine, al diritto più importante, quello di essere felice.

Ciascuno è portatore di valore e non solo portatore di fragilità, bisogna dare a tutti l’opportunità di emergere con le proprie differenze e le proprie peculiarità.

Conclusioni

Il momento storico che stiamo vivendo è moto importante perchè vede molte sfide da affrontare, ma anche molte opportunità da cogliere. Abbiamo una grande capacità di analisi, ma dobbiamo imparare ad andare oltre le “sigle” che identificano la difficoltà di apprendimento del bambino e dell’adolescente perchè queste portano a distogliere il focus dall’umano e delle persone.

Quello di cui ha bisogno il bambino e il ragazzo è una comunità inclusiva che promuova l’opportunità di crescita e realizzazione attraverso politiche pubbliche efficaci.

Le premesse ci sono, ora bisogna concretizzarle attraverso la collaborazione, co-progettazione e co-programmazione.

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