I Fratelli Marx debuttano al cinema

di Giacomo Laviosa

Il 24 maggio del 1929 debutta nelle sale cinematografiche Le noci di cocco (The Cocoanuts), primo lungometraggio dei Fratelli Marx. Si tratta della trasposizione per il grande schermo dell‘omonima opera teatrale andata in scena per la prima volta l’8 dicembre 1925 a New York e proseguita per 276 repliche.

I fratelli Groucho, Chico, Harpo e Zeppo mettono in scena il loro bagaglio di comicità basata su una miscela esplosiva di situazioni e nonsense.

Il mondo dei Fratelli Marx è enigmatico, apparentemente ordinario, inzuppato dei traffici, degli imbrogli e delle alienazioni del quotidiano, è al tempo stesso animato da una splendida incoerenza e soprattutto si presta sempre a essere messo facilmente fuori gioco dai nostri eroi.

I loro giochi dalla dimensione surreale e fantastica provengono da lontano, dalla tradizione comico-ebraica europea, sono imparentati con quelli dei comici dell’arte di molti secoli addietro. Non a caso Harpo, più di tutti gli altri somiglia a una marionetta: non parla mai, si esprime suonando una cornetta, ma è agilissimo come un vero acrobata e soprattutto rivela straordinarie doti mimetiche riuscendo a nascondersi dovunque, anche in uno spazio a due dimensioni o in un teatrino di burattini. E non sempre è facile distinguerlo da un manichino.

L’intellettuale del gruppo, Groucho, che era amico di scrittori e artisti di fama internazionale, fra cui T. S. Eliot, arricchiva le sceneggiature firmate da George S. Kaufman, da Morrie Ryskind o dal grande battutista S.J. Perelman, a cui si devono alcuni dei più squisiti nonsense dei fratelli Marx.

La Guerra lampo dei Fratelli Marx mette a segno uno dei più famosi vuoti di senso.

La loro proposta è naturalmente connessa all’atmosfera roosveltiana del new deal, al desiderio di ripresa dell’America intera, dopo la terribile sconvolgente crisi del 29 e va quindi collocato in questa prospettiva anche il loro costante bisogno di vittoria, l’affermazione di una superiorità dell’uomo sul mondo.

Comunque essi sono decisamente contro tutto quello che opprime l’uomo, l’individuo e la sua ricerca della felicità, contro la pesantezza dei falsi rapporti, l’ipocrisia degli arrivisti, contro il tono protezionistico dei padroni, contro la povertà in generale. Tutto ciò i Fratelli Marx lo manifestano con facilità e allegria. Difronte a loro il mondo sembra straordinariamente lento, poco intelligente e incapace di scrollarsi di dosso il velo della routine.

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