I giorni delle emozioni 2022

Tutti noi abbiamo bisogno di gestire le emozioni e di prenderci cura del nostro benessere psicologico. Andiamo in palestra per tenere allenati i nostri muscoli, corriamo per il nostro cuore, mangiamo bene per sentirci in forma. E per le nostre emozioni?

Potremmo imparare a gestire meglio lo stress sul lavoro, essere più abili ed empatici nell’ascolto degli altri e più efficaci nel vivere in equilibrio con il nostro modo di essere.

Nella giornata della salute mentale, quest’anno dedicata al tema “Fai della salute mentale e del benessere per tutti una priorità globale” Humanitas Medical Care presenta “I Giorni delle Emozioni”, un week-end di attività, talk e laboratori dedicati al benessere emotivo.

Dove? Al centro medico Humanitas Medical Care di Via Sant’Andrea 25, Monza, e non solo. Tante le attività anche in città, a Monza.

Parlare di emozioni per abbattere lo stigma

“Ansioso” non è sinonimo di sbagliato. Certo, ci vuole coraggio per mettersi in discussione. “Soprattutto in Italia – spiega il Prof. Giampaolo Perna, psichiatra e direttore scientifico del centro Psico Medical Care – dove si stima che, per una serie di fattori tra cui lo stigma e la paura del giudizio altrui, passino circa 5 anni dall’esordio dei primi sintomi alla richiesta di aiuto qualificato”.

Perché accade? Perché il disagio psico-emozionale è difficile da capire. “Persino tra i professionisti – aggiunge il dott. Michele Cucchi, psichiatra e direttore delle Aree Mediche Humanitas Medical Care – non è semplice. Non esiste radiografia o esame del sangue che ci dica qual è il batterio responsabile di una sofferenza”.

Come parlare di emozioni in modo consapevole?

  1. Il primo passo è conoscere. Capire il nostro cervello emotivo, per noi stessi e per chi ci sta intorno. Conoscere è l’unico antidoto contro i pregiudizi e i tabù. “Proveremo a “spiegare” le emozioni attraverso attività di tutti giorni –aggiunge la dott.ssa Paola Mosini,  – giochi, camminate, cibo e sonno, la fotografia e la lettura: tutto ha un risvolto emotivo e tutto contribuisce a far star bene il nostro cervello emotivo!”
  2. Il secondo è una semplice domanda. Accettereste la scelta di uno vostro amico di non andare dall’ortopedico perché “non ci crede”? Il disagio è un’esperienza degna di essere gestita e trattata da uno specialista delle emozioni, e chiedere aiuto non può essere motivo di vergogna o – peggio – di stigma.
  3. Il terzo e ultimo passo è diffidare dell’approccio “semplicistico”. Prendersi cura del proprio benessere emotivo è alla portata di tutti, ma non è per questo semplice. “Avvicinare le cure alle persone – spiega il dott. Franco Merlini,  è fondamentale, ma è vietato banalizzare. Trovare il professionista ‘giusto per me’ è importante, ma non esiste il tuttologo, servono competenze specifiche (ormai è così per i meccanici, figuriamoci per il cervello emotivo!). Trovare il giusto equilibrio è la vera sfida, alla base del rapporto di fiducia, determinante per il successo del percorso”.

“Da qui nasce l’idea del nostro festival delle emozioni – spiega Michele Cucchi, ideatore del progetto –  con l’obiettivo di creare una maggiore informazione e comunicazione, divertendosi insieme”.

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