di Francesco Troiano
In posta, entra un signore molto distinto, sulla sessantina. Ha gli occhi incerti. Si ferma di fronte alla macchina per il riconoscimento del green-pass e la consegna del biglietto elimina-code. Resta lì di fronte, immobile. Cerca di capire. Mi alzo e mi avvicino:
“Ha bisogno?”
“Capisco che devo prima passare da questo macchinario, ma non so da che parte cominciare”.
“Prima di tutto deve estrarre il suo green-pass…”
Mi consegna il telefono.
“Faccia lei”.
Sono imbarazzato.
“Signore, io non sono autorizzato a scandagliare il suo telefono …”
“L’ autorizzo”.
Sono fortunato, trovo il green-pass sulla funzione “Blocco note” e lo mostro allo schermo per il riconoscimento: la macchina mi da la conferma.
Gli chiedo che operazione deve effettuare e lui mi mostra un bollettino di conto corrente. Premo il pulsante e la macchina sputa un biglietto con scritto A22. Il tabellone riporta A15.
L’uomo guarda il foglietto e mi chiede: “È questo cosa significa?”
“Che ha ancora sette persone davanti, ma non si preoccupi, l’aiuto io”.
Ci sediamo uno accanto all’altro. Lui mi guarda e sorride. I suoi occhi, ora, mi stanno ringraziando.
Vorrei mettergli una mano sulla spalla. So chi è quell’uomo: aprendo la cover del suo telefono, nell’interno c’era un foglietto attaccato con lo scotch con scritto il suo nome, 55 anni di età, affetto da Alzheimer. E un numero da chiamare in caso di emergenza.