di Francesco Troiano
Sto attraversando i giardini dietro casa mia e vedo, dietro il muretto di un’aiuola, un signore che, con fare circospetto, sta versando sul prato del mangime per i piccioni, i quali, atterrati a centinaia fanno a gara a chi arriva per primo sul cibo caduto dal cielo.
Improvvisamente, a passi svelti, si avvicina un altro signore che lo apostrofa dicendogli che è vietato dare da mangiare ai colombi portatori di malattie e inquinamento cittadino.
L’uomo dei piccioni, sconsolato, si siede sulla panchina e inizia un soliloquio:
“Avevo la passione dei canarini. Poi, ho dovuto toglierli perché provocavano l’allergia a mia moglie che, dopo qualche anno, è morta. Datemi del cretino, ma non sono più riuscito a ricomprare un uccellino perché mi sembrava di fare un torto a lei, anche se non c’è più. E ora vogliono togliermi la soddisfazione di sfamare queste creature che non hanno fatto del male a nessuno”.
Mi siedo anch’io, e mi accorgo che lo stormo di un attimo prima e già volato da qualche altra parte.
Solo un piccione è rimasto. È di fronte all’uomo: lo guarda e aspetta.
Buona estate a tutti!