I racconti del melograno: tutta colpa di Alfredo

di Francesco Troiano

Sono di passaggio in un bellissimo locale  in zona Città Studi a Milano attirato dal fatto che sia principalmente una libreria, a cui si unisce la possibilità di potersi sedere a sorseggiare un caffè o un aperitivo. Mentre mi faccio portare un analcolico, individuo il proprietario che, molto gentilmente, si era avvicinato con una scodella d’acqua per Nina, la mia cagnetta.

“La ringrazio. E ringrazia anche Nina che, tra l’altro, in questo periodo, a causa di un’infezione intestinale, sta assumendo il cortisone che le mette fame e sete esagerate”.
“Ne so qualcosa anch’io con il mio Alfredo…”
“Alfredo?  Che buffo, mi divertono tantissimo i cani con i nomi umani…”
“Alfredo è stato ed è assolutamente un umano importante, al punto da avermi salvato la vita”.

Ho un sussulto di sorpresa e curiosità che il mio interlocutore percepisce.  Si siede e inizia a  raccontare.

“Stavo vivendo un periodo allucinante. Avevo lasciato il lavoro in banca per comprare questo locale. Ma poi mi sono trovato al centro di una truffa che mi ha ripulito il conto in banca. Alfredo aveva un tumore per il quale gli avevano dato pochi mesi di vita. Intanto la mia compagna di allora mi aveva lasciato. Ero entrato in una depressione  pericolosissima. Ho iniziato a bere e il gorgo si faceva sempre più scuro. Un giorno, scopro che Alfredo non ha più il vomito ed è tornato un cane vivace e con appetito. Le mie notti disperate improvvisamente cambiano perché lui salta sul letto e mi sta vicino tenendomi la zampa sulla testa. Il veterinario, in seguito, mi dirà che il tumore di Alfredo è regredito tantissimo. Un giorno, ripassiamo da queste parti e, all’improvviso, Alfredo mi tira il guinzaglio per avvicinarmi al locale: sulla cui porta d’ingresso c’è il cartello “vendesi”. Questo episodio, m’infonde coraggio. Prendo informazioni e scopro che il truffatore era stato denunciato e che il locale era all’asta. Riesco a vincere l’asta. Ed eccomi qui grazie al mio cane”.

Facciamo cin cin, io con il mio aperitivo, lui con un bicchier d’acqua. Gli dico di portare un bacio ad Alfredo da parte mia e di Nina.

Mentre mi avvio verso casa, a fianco di un’aiuola, vedo una panchina. Mi siedo e  prendo Nina in braccio: la stringo e le dico grazie di essere al mondo.

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