di Carlo Rolle
Buongiorno, amici lettori, vi propongo un altro libro della collana “Biblioteca” della Adelphi. Si tratta de “I Vangeli Gnostici”. È un libro non facile, ma di grande interesse per chi si occupa di storia o di filologia, e per chi è interessato al pensiero filosofico e religioso in generale.
La scoperta dei testi di Nag Hammadi
Per poter parlare di questo libro devo premettere che, nel dicembre del 1945, nell’isola nilotica di Nag Hammadi, circa 450 km a Sud del Cairo, un contadino rinvenne una grossa giara, nella quale erano contenuti codici papiracei in lingua copta.
Si scoprì che essi costituivano una vera e propria biblioteca, contenente decine di testi gnostici; biblioteca che era stata quasi certamente nascosta dai monaci del vicino monastero di San Pacomio, al fine di preservarla dalla distruzione. Infatti, nel 367, il vescovo di Alessandria, Anastasio, aveva ordinato a tutte le chiese dell’Egitto di considerare canonici soltanto alcuni libri del Nuovo Testamento, mentre tutti gli altri erano da considerarsi eretici.
I manoscritti ritrovati erano stati tradotti durante il III e il IV secolo dal greco (o forse in alcuni casi dal siriaco) in lingua copta (cioè nella lingua dell’Egitto, derivante da quella parlata molti già millenni prima), mentre le versioni originali di questi testi, risalivano per lo più al II secolo d.C.
Inutile dire che la scoperta dei testi di Nag Hammadi fu una delle più straordinarie scoperte documentali della storia. Alcune vicende e il lavoro sui testi ritardarono notevolmente la loro pubblicazione, che avvenne in Egitto fra il 1972 e il 1977.
Fra questi testi c’erano i vangeli cosiddetti di Tomaso, di Verità e di Filippo, che sono raccolti in questo volume, uscito nel 1984. Il Vangelo di Tomaso ci è giunto nella sua interezza, come anche il Vangelo di Verità. Il Vangelo di Maria è invece un frammento papiraceo che fu acquistato nel 1896.
Questo volume ha prefazione, commento e note di Luigi Moraldi (1933-2015), uno dei massimi studiosi italiani di religioni antiche.
Contenuto dei testi
Ma veniamo adesso al contenuto di questi testi. La Gnosi era un movimento di pensiero che affondava le proprie radici nella filosofia platonica o in concezioni religiose ancora precedenti, specialmente di origine iranica. Essa venne a confluire nel Cristianesimo, costituendone per oltre tre secoli una componente molto importante.
Si trattava però di una concezione del mondo a sé stante, dalla quale la Chiesa si separò nel corso del IV secolo. Fino alla scoperta dei testi di Nag Hammadi, essa era conosciuta quasi esclusivamente in modo indiretto, cioè attraverso citazioni dei Padri della Chiesa, o attraverso le argomentazioni che la confutavano.
Non è facile dare in poche righe idea di una concezione filosofica complessa come quella della Gnosi, nonché dei movimenti religiosi che ne derivarono. Secondo gli Gnostici vi è negli uomini, in misura maggiore o minore, una parte spirituale, cioè una sorta di scintilla divina, che dopo la morte si potrà ricongiungere con la luce di Dio, dal quale originariamente proviene, e una parte di materia inerte, che trascina gli uomini in basso e li allontana da Dio.
I Vangeli Gnostici non sono narrazioni organiche di fatti accaduti, veri o immaginari che fossero, e non contengono notizie biografiche su Gesù. Essi sono piuttosto meditazioni formulate da ignoti autori, oppure, nel caso del Vangelo di Tomaso, sono raccolte di detti di Gesù estrapolati dal loro contesto, spesso in parte oscuri, e che si avvalgono di tutto il potere fascinatorio della metafora e dell’allusione.
Questi detti non mirano tanto a spiegare quanto è avvenuto, né a prescrivere un modo di operare nel mondo, ma piuttosto a risvegliare negli uomini, anche grazie alla loro forma suggestiva e poetica, quella scintilla divina che è prigioniera dentro di loro, come se essa fosse un lontano ricordo sepolto nell’inconscio.
Solo coloro che diverranno coscienti di questa scintilla potranno scrollarsi di dosso la zavorra della materia e potranno infine ricongiungersi con Dio, il quale è pura luce ed infinito amore, non contaminato in alcun modo dalla materia. Il Dio degli Gnostici non interviene nel mondo, né lo ha creato. Non è il Dio della Genesi, né questi Vangeli menzionano mai i personaggi dell’Antico Testamento.
Secondo gli Gnostici, nonché secondo i testi dei Manichei e dei Catari, che erediteranno molte idee della Gnosi, il Dio della Genesi era un dio imperfetto ed inferiore, una figura sostanzialmente negativa, a volte chiamata “Il Demiurgo”.
Per gli Gnostici dunque la Salvezza è essenzialmente una questione di riconoscere il divino che è già in noi. Direi che questa è l’essenza della Gnosi, come anche del Manicheismo, religione che ne adottò molte concezioni e che le sviluppò in una complessa e dettagliata cosmologia. Anche i Bogomili ed i Catari (questi ultimi detti anche Albigesi), movimenti ereticali nati molti secoli dopo, svilupperanno le idee della Gnosi, attirandosi feroci persecuzioni.
Esempi dello stile del Vangelo di Tomaso
A proposito di quanto scrivevo più sopra sul linguaggio evocativo e poetico di certi testi gnostici, ecco tre estratti dal Vangelo di Tomaso:
Gesù disse: “Se coloro che vi guidano vi dicono: Ecco il Regno (di Dio) è in cielo! Allora gli uccelli vi precederanno. Se vi dicono: È nel mare! Allora i pesci vi precederanno. Il Regno è invece dentro di voi e fuori di voi. Quando vi conoscerete, allora sarete conosciuti e saprete che voi siete i figli del Padre che vive. Ma se non vi conoscerete, allora dimorerete nella povertà, e sarete la povertà”. [Vg. Tom. 3]
Gesù disse: ” […] un commerciante aveva della merce e trovò una perla. Questo commerciante era saggio: vendette la merce e si comprò la perla. Anche voi cercate il tesoro che non perisce, che è durevole, là dove non può avvicinarsi il tarlo per rodere, né il verme per distruggere”. [Vg. Tom. 76]
Gesù disse: “Io sono la luce che sovrasta tutti loro. Io sono il tutto. Il tutto promanò da me e il tutto giunge fino a me. Spaccate il legno, io sono lì dentro. Alzate la pietra, e lì mi troverete.” [Vg. Tom. 77]
Adelphi e gli Gnostici
Per terminare con un sorriso, aggiungo che proprio il carattere quasi iniziatico della Gnosi, religione di eletti, i quali si riconoscono tra loro ma non sperano di render tutti partecipi della Salvezza, servì a Franco Fortini per intitolare “Gli ultimi Gnostici” un articolo (incluso poi nel suo libro: “Insistenze”, Garzanti, 1985) dedicato agli intellettuali che fondarono la Adelphi, casa editrice contrassegnata da un indirizzo fortemente riconoscibile ma non facilmente definibile, dovuto in gran parte alle personalissime scelte editoriali di Roberto Bazlen, uomo di sterminata e disordinata cultura, nonché personalità di “eretico” per antonomasia.
Nella collana “Biblioteca” troverete altri due volumi dedicati ai testi gnostici, nonché un volume dedicato ai testi dei Catari, anch’essi emersi da straordinari ritrovamenti avvenuti nel secolo scorso.
Buona giornata, amici lettori, alla prossima!
In copertina: immagine tratta dal testo mandeo “Diwan Abatur” (da “Diwan Abatur or Progress through the Purgatories”, Text with Translation Notes and Appendixes by E.S. Drower, Biblioteca Apostolica Vaticana, Città del Vaticano, 1950)