Le idee dei cittadini per una Monza più felice

di Francesca Radaelli. Fotografie di Giovanna Monguzzi

Come rendere la città di Monza  più felice? E in che cosa può consistere questa felicità, per Monza e la Brianza?

Lo scorso sabato nel Parco di Monza ogni cittadino ha avuto l’opportunità di prendere il microfono e provare a rispondere a queste domande. Tre minuti di tempo per esporre la propria idea. Tre minuti in cui ciascuno ha potuto parlare della sua ‘città ideale’. E proporre possibili strade per raggiungerla.

Lo hanno chiamato Speakers’ Corner ed è stato il format pensato dal gruppo di cittadini riuniti nella sigla Monza Ambiente Solidarietà. Una sorta di “agorà verde”, come è stata definita da qualcuno dei partecipanti. Forse il simbolo di un nuovo spazio per la ‘polis’. Sicuramente, un evento che ha visto il ritorno della parola nello spazio pubblico ‘fisico’ -e in un luogo d’eccezione come quello del Parco di Monza- dopo il lungo periodo di distanza e dialoghi ‘virtuali’.

L’iniziativa, che ha come media partner Il Dialogo di Monza e Young Radio, è stata promossa da una serie di associazioni impegnate attivamente in città: i giovani di Fridays For Future Monza, i Circoli Acli di Vimercate e Monza, la scuola di formazione politica Alisei, l’associazione Monza per un Buon Clima, il Movimento Adulti Scout Cattolici Italiani.

A parlare sono stati i rappresentanti delle numerose associazioni del territorio, impegnate attivamente sul fronte ambientale e sociale, ma anche privati cittadini che hanno colto l’opportunità per partecipare alla vita pubblica del territorio.

Un mosaico di idee

Le proposte scaturite da questo evento vanno a comporre un mosaico ricchissimo e variegato.

Piantare alberi in città, veri e propri ‘purificatori naturali’, per risolvere il paradosso che vede Monza agli ultimi posti per qualità dell’aria, nonostante la presenza del parco cintato più grande d’Europa.

Recuperare il vecchio mercato agricolo ora in disuso, anche per valorizzare le produzioni locali, a partire da quella di latte e di miele di tiglio all’interno del Parco.

In primo piano, da sinistra, Fabrizio Annaro e Alfredo Somoza, ‘i moderatori’ dello Speakers’ Corner

Progettare con maggiore criterio gli spazi verdi in città, ma anche prevedere spazi sociali di aggregazione, a partire da quelli per gli adolescenti. Creare un osservatorio sulla dispersione scolastica.

Istituire una consulta della bicicletta in città e un osservatorio sulla sicurezza stradale. Prevedere una riduzione dei limiti di velocità entro i confini cittadini, se non di una sorta di area C sull’esempio di Milano.

Realizzare maggiori spazi di coworking, anche utilizzando edifici presenti nel parco, a partire dalla Villa Mirabello.

Regolamentare con attenzione il settore dell’edilizia – e qui il riferimento è anche alle varianti del Pgt attualmente in discussione in consiglio comunale – ma anche battersi contro la realizzazione di infrastrutture ad alto impatto ambientale come la pedemontana.

Le parole del futuro

Negli interventi i grandi obiettivi ideali dell’ambientalismo, del riscaldamento globale, dell’Agenda 2030, ma anche del recupero della dimensione di comunità si mescolano con le proposte di interventi puntuali sul territorio.

Quello che resta, alla fine, sono i fogli appesi a un filo teso tra gli alberi, su cui ciascuno ha scritto la propria ‘parola’ per la felicità di Monza.

Rete tra comuni’, ‘educazione e comunità solidale’, ‘Monza città solare’, ‘governance sostenibile’, ‘tutela diffusa della salute per una diffusa felicità’, ‘più ossigeno, meno co2′, spazi di lavoro diffusi sul territorio’, ‘Monza porta verde della Brianza’, ‘Piano di adattamento climatico’... sono solo alcune delle parole messe in fila una accanto all’altra.

Parole da cui, forse, si può cominciare a costruire un futuro di “crescita felice”.

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