Il Binario 7 debutta con “La casa degli spiriti”

Per il debutto di stagione il Teatro Binario 7,   ha scelto “La casa degli spiriti“, il romanzo che ha affermato e resa nota al pubblico Isabel Allende. Si tratta di un viaggio alla scoperta delle proprie radici familiari:  tre generazioni di donne con le loro storie, le loro emozioni, i loro legami.

Venerdì 23 e sabato 24 ore 20.30, domenica 25 ottobre ore 16.00 e 20.30, sul palco, per la regia di Corrado Accordino, Silvia Giulia Mendola ci coinvolgerà in questa storia straordinaria.

Silvia Giulia Mendola

“A mia madre, a mia nonna e alle altre straordinarie donne di questa storia” è la dedica che apre il romanzo di Isabel Allende. La casa degli spiriti è un’opera matriarcale. Clara, Blanca e Alba: sono complesse e diversissime tra loro le tre donne che rappresentano le varie generazioni della famiglia. C’è Clara, la chiaroveggente e la figlia Blanca, l’artista, e poi Alba, che vive la rivoluzione. Accanto a loro molte altre donne: nessuna si presenta come un’eroina, tutte cercano di fare quello che trovano giusto.

Ed è da un punto di vista femminile che in questo monologo prende il via la narrazione: è interpretato da una donna che, attraverso gli occhi e le voci di altre donne, racconta la storia di una famiglia. Le vicende si svolgono sullo sfondo politico-sociale del Cile durante gli ultimi decenni del Novecento, quelli del golpe, il colpo di stato del generale Pinochet del 1973, la violenza e il terrore della dittatura militare e la lenta ripresa di una vita normale, del ritorno della democrazia.

A dar voce al monologo Alba, che poi si calerà nelle vesti di tutte le donne che, una generazione dopo l’altra, le hanno consentito di essere quello che è ora. La loro storia, circolare ed ereditaria, non manca di spiritismo: è un intreccio di realtà e finzione, di amori e crudeltà, di carità e follia. Nel loro mondo le bambine nascono con i capelli verdi e le apparizioni siedono a tavola conversando con chi è in vita. Accanto a quello dei vivi si dispiega il mondo dei morti, vivi come chi è in vita.

Mimosa Campironi

Il realismo magico che mescola elementi fantastici a fatti concreti, permette di riuscire a vedere lo stra-ordinario nella vita di tutti i giorni: la magia non soltanto è possibile, ma è anche accettata come un altro qualsiasi aspetto dell’esistenza e porta con sé cambiamento, rivoluzione. Ci si chiede se il pensiero narrativo, magico e metaforico possa influenzare le percezioni e le decisioni delle persone alla stessa maniera dei fatti, oggettivi, e, quindi, plasmare in modo decisivo la realtà psicologica e sociale. E allora il linguaggio teatrale, in grado di evocare fantasmi grazie alla potenza dell’immaginazione, in grado di fare vedere e percepire anche quello che non c’è, attraverso la parola e il corpo dell’attrice farà precipitare il pubblico nel racconto magico: nel turbine della vita e della morte attraverso i sogni, le visioni, le violenze, l’odio, le vendette, i desideri, le passioni e l’amore che legano tra di loro i protagonisti del romanzo.

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