Il cinema di Pasolini: la ricotta

Pier Paolo Pasolini sul set de "La ricotta"
Pier Paolo Pasolini sul set de “La ricotta”

Il quarto incontro del secondo ciclo dei Mercoledì in biblioteca prevede la proiezione di un cortometraggio sulla Passione di Cristo di Pier Paolo Pasolini (1963) con Orson Welles.

Introduzione e commento di Aurelio Tagliabue , Docente di Lettere all’Istituto Salesiano di Sesto S. Giovanni e responsabile del Cineforum di Procultura.

Mercoledì 25 febbraio ore 21,00
Biblioteca del Carrobiolo
Vicolo Carrobiolo 4
Parcheggio interno

La ricotta è, a nostro avviso, una moderna Passione, non solo per il suo contenuto (narra le vicende di un set cinematografico dove si sta realizzando un film sulla Passione di Gesù), ma soprattutto per gli squarci di vita e di miseria dei suoi personaggi e del protagonista in particolare, Stracci, che deve interpretare il Buon Ladrone.

Pasolini è riuscito con molta efficacia, anche nello scritto, a rendere la vacuità del set cinematografico, il vociare della troupe, gli effetti speciali che, qui, di speciale hanno ben poco, considerata l’essenziale miseria dell’insieme, e l’aggirarsi quasi famelico di un giornalista in cerca di scoop e interviste sensazionali per il suo giornale. […]

Il nulla della finzione cinematografica, a cui Stracci si adatta – vittima consenziente di questa situazione – contrasta con la vita, con la realtà: Gesù è un poco di buono, la Maddalena anche, i figli di Stracci sono dei teppistelli, l’antica Gerusalemme non è altro che il suburbio di Roma, arido, malsano, polveroso.

Tale contrasto è tutto giocato nel finale: in visita sul set giunge anche il produttore, tutti seguono trattenendo il respiro il regista, tutto è pronto per la ripresa clou, Gesù che parla con il Buon Ladrone sulla croce “… Il produttore, che fuma pacifico il suo sigaro, il regista, l’aiuto, le dive, la corte, tutti, tutti in semicerchio, come visti dalle croci, schiacciati contro terra, aspettano. (Regista) Azione! Ma la testa di Stracci resta a penzolare come un prosciutto, immobile.(Esseri umani della troupe) Se sente male. Che cià? È morto !”

(www.cultura cattolica.it)

 

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