Il dialogo del cuore: Marcell Jacobs

Chi ha avuto fortuna nella vita si ricorda di coloro (e sono tanti) che stanno peggio? I cosiddetti big sono grandi anche in beneficenza? Le stelle brillano in solidarietà? Le risposte in questo viaggio alla scoperta del senso della prossimità dei personaggi famosi guidato dal giornalista-scrittore Claudio Pollastri

L’uomo più veloce del mondo (anche nella staffetta 4×100) desiderava solo volare dai suoi tre figli, Jeremy, Anthony ma soprattutto Megan l’ultima arrivata che gli ha dato la carica per arrivare primo alle olimpiadi di Tokyo “le ho dedicato questa impresa”.

Marcell Jacobs bacia la medaglia dei 100 metri, primo oro italiano in questa specialità

Già, perché quella di Marcell Jacobs è un’impresa mai riuscita a un italiano: salire sul podio più alto dei 100 metri piani che in realtà sono stati pieni di ostacoli. Affrontati con la determinazione di farcela e la capacita di cambiare specialità quando intuiva che la sua medaglia poteva essere altrove. Magari in una corsia olimpica dove conquistare l’oro. Che merita anche nella gara dell’altruismo, del donarsi agli altri. Non con cimeli. Ma con l’esempio. Infatti Marcell arriva di corsa in tutti i posti dove lo chiamano, oratori, scuole, campi sportivi, associazioni di volontariato per dimostrare che la sua grandezza è soprattutto dentro e dare ai ragazzi la possibilità di sfidarlo e magari batterlo “leggo nei loro occhi una gioia che non ho mai provato alla loro età”.

I 4 medaglia d’oro della staffetta 4×100: Lorenzo Patta, Marcell Jacobs, Eseosa Desalu, Filippo Tortu

Storie di tutti i giorni, a un amen dalle favole a lieto fine, che hanno conquistato UNICEF Brescia tanto da indicarlo come esempio per i ragazzi “una specie di padre sportivo”. Bella soddisfazione per uno che il padre non l’ha quasi conosciuto “avevo un mese quando mi ha lasciato per partire per una missione”. A Tokyo è tornato, almeno al telefono “non me l’aspettavo”, mi ha confidato il Figlio del Vento con un velo di commozione nello sguardo di chi ha sempre affrontato la vita a muso duro. Di tenero c’era il sorriso di mamma Viviana che l’ha cresciuto da sola “senza di lei non sarei qui”.

Una dedica che arriva direttamente dall’anima dove germogliano sentimenti che forse odorano d’antico ma che meritano il podio più alto dei valori umani. Dove Marcell è il numero uno. Un vero campione. Planetario.

 

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