di Fabrizio Annaro
Nel 2016 appena passato, non sono mancate neanche a Monza le buone notizie. Fra le diverse, segnaliamo il nuovo progetto della Cooperativa la Meridiana: Il Paese Ritrovato, il primo villaggio in Italia dedicato alla cura dell’Alzheimer. Una notizia che ha fatto il giro del mondo e che ha portato Monza sul “palcoscenico della ribalta” dell’innovazione sociosanitaria.
Il centro, che accoglierà i malati di Alzheimer, è stato pensato come un piccolo paese, così da permettere ai pazienti di condurre una vita quasi normale e di sentirsi a casa ricevendo nel contempo le cure necessarie.
Oltre ad appartamenti strutturati per accogliere ciascun malato, il Villaggio è arricchito dalla presenza di negozi, di un teatro, di una cappella, di un bar e mini-market, il tutto con l’obiettivo di offrire alle persone di mantenere il più a lungo possibile la propria quotidianità e quindi le abilità residue.
In tutti i percorsi sono previsti dispositivi non invasivi per il monitoraggio dei pazienti, mentre il giardiniere, il cassiere, la parrucchiera, sono operatori con una formazione specifica per assistere questi anziani, senza sostituirsi a loro, ma fornendo un adeguato sostegno all’autonomia residua e un aiuto nelle difficoltà quotidiane. Più che semplici assistenti, si tratta di professionisti in grado di riconoscere i bisogni della persona con demenza e di garantire interventi mirati ad essi, sostenendo le competenze decisionali della persona.
Un luogo “reale” che vuole rallentare il decadimento cognitivo e ridurre al minimo le disabilità nella vita quotidiana, offrendo alla persona residente l’opportunità di continuare a vivere una vita ricca ed adeguata alle sue capacità, ai suoi desideri e ai suoi bisogni.
La demenza, secondo i dati ufficiali, assumerà nei prossimi anni una dimensione pandemica. Nel mondo, dati stimati nel 2015, interessa circa 47,7 mln di malati di cui 7,7 mln di nuovi casi all’anno, in pratica 1 caso ogni 4,1 secondi!
L’efficacia del modello Villaggio nella cura della demenza, è confermata anche da un’altra esperienza olandese che ha ispirato la progettazione de “Il Paese ritrovato”. Le ricerche e le analisi che hanno monitorato l’esempio olandese affermano che lo stress dei pazienti è sensibilmente diminuito così come l’uso dei farmaci, mentre è accresciuto il benessere dei familiari e delle comunità.
Più che una città, il modello che si desidera realizzare è quello di un “quartiere dentro la città”. Ecco l’intervista con Roberto Mauri, direttore della Cooperativa La Meridiana.
Da un punto di vista architettonico, il progetto si concretizza nella costruzione di un piccolo villaggio autosufficiente nel quale i malati, in tutta sicurezza, vivono in appartamenti protetti ma possono muoversi anche in modo autonomo nella piazza, al caffè, nei negozi e al cinema, così da permettere loro di condurre una vita quasi normale, di sentirsi a casa e di ricevere nello stesso tempo le cure necessarie.
Un luogo “reale” frutto di attenta analisi della letteratura internazionale, delle esperienze già consolidate in altre nazioni e della profonda conoscenza della demenza e di ciò che essa comporta nel malato e nella sua famiglia. Un luogo che rallenta e forse “guarisce” da quella apparente “non vita” caratteristica dei malati di Alzheimer soprattutto negli stadi avanzati della malattia.
Il villaggio sarà strutturato con le seguenti modalità:
- 8 appartamenti di 8 persone per complessivi 64 posti;
- una piazza centrale con vicoli di collegamento tre le varie case;
- spazi esterni di ritrovo ed aggregazione;
- locali pubblici quali bar, parrucchiere, minimarket, luogo di culto;
- spazio aggregativo ampio per feste ed attività di gruppo;
- una sezione diurna finalizzata a supportare le famiglie che assistono un malato al proprio domicilio
Inizio cantiere entro ottobre 2016, avvio gestione nei primi mesi del 2018.