di Roberto Dominici
I tempi che stiamo attraversando sono tempi difficili caratterizzati da una preoccupante deriva della ragione e della razionalità che è la dimensione portante delle scelte e delle politiche in materia di salute. Vi è in atto una battaglia che vede da un lato la scienza medica e il suo procedere per il beneficio di tutti e dall’altro chi ha fatto dell’argomento e del tema dei vaccini uno strumento di lotta politica (politically uncorrect) basato sull‘ignoranza e sull’arroganza che la connota.
Le posizioni assunte da questo coacervo irrazionale sono antitetiche non solo al progresso medico ma anche ai principi basilari della ragionevolezza. Ultima assurdità, in ordine cronologico della saga, sono le affermazioni prive di senso, della vicepresidente del Senato che ha affermato, di recente, per dare una specie di senso compiuto al suo delirio, che quando era piccola si immunizzava andando a trovare i cugini malati e quindi che non è necessario ricorrere alle vaccinazioni.
Queste scempiaggini sono emerse anche dopo gli interventi condivisibili e sensati dei senatori Elena Fattori e Giorgio Trizzino, che invece si erano espressi contro l’iniziale rinvio voluto dal governo sull’obbligo dei vaccini come requisito per l’ammissione a scuola. Per fortuna di tutti il governo ha poi cambiato idea, facendo dietrofront e cancellando dal “decreto milleproroghe” la norma che avrebbe permesso l’iscrizione a scuola dei bambini non vaccinati.
La sensazione è che sia in atto un dibattito viziato da assenza di dati scientifici. Il metodo scientifico (e non la divulgazione scientifica) impone la raccolta di dati, la verifica e l’analisi degli stessi oltre che la messa in atto di azioni correttive per la salvaguardia della salute di tutta la popolazione. Quello che serve è una rete di anagrafi vaccinali regionali efficiente, la costituzione un team di tecnici esperti privi di condizionamenti politici ed economici, e la redazione di un Piano vaccini adatto al nostro momento storico. Impossibile sorvolare sulla grave assenza di questi tre elementi fondamentali.
Quello che sfugge è la necessità urgente di ricondurre l’analisi di queste problematiche nel naturale alveo scientifico ed epidemiologico che merita. Il bombardamento mediatico al quale siamo sottoposti oramai da tempo riguardo le politiche no-vax o pro-vax, e per ultimo su problematiche prettamente amministrative che coinvolgono le dirigenze scolastiche è, a dir poco, fuori luogo ed è viziato dall’assenza di un razionale medico-scientifico che deve necessariamente rappresentare la struttura portante di ogni politica vaccinale.
E’ del 9 Agosto scorso la notizia che un caso di colera importato da Cuba, è stato registrato a Lucca. Fortunatamente la diagnosi è stata subito posta, ed il caso segnalato al Ministero della Sanità è sotto controllo. Cosa sarebbe accaduto oggi se si fosse attivato un focolaio epidemico? Con la piena attuazione delle norme previste dalla legge Lorenzin saremmo stati protetti?
Lo stesso dicasi per l’epidemia di morbillo che ha interessato in tempi recenti bambini ed adulti, soprattutto in Sicilia, e per i recenti casi di pertosse registrati in donne in gravidanza che ha causato due decessi in bambini nati da madri non vaccinate o incompletamente protette (e purtroppo ignare) dalle pregresse vaccinazioni. Quanto saremmo stati protetti dalla piena attuazione della Legge Lorenzin (per altro in corso) e dalla pletora di proposte di modifica della stessa buttate giù senza regole ed in maniera trasversale e scoordinata da tutti i gli attori politici interessati all’argomento?
Gli scatti in avanti di politiche vaccinali prive di razionale medico-scientifico-epidemiologico, le proposte di leggi di iniziativa popolare, lasciano il tempo che trovano in assenza di un razionale e di un fondamento scientifico. Sono forse utili alle strumentalizzazioni politiche ed al gossip televisivo alimentato da tutti i mass-media, inclusa la rete, con conseguenti risultati negativi per i cittadini e i loro figli.
Agli scienziati ed agli operatori del settore, in maniera trasversale, si chiede lo sforzo urgente di riacquisire un approccio scientifico per la risoluzione della questione vaccini, motivando l’obbligo là dove necessario, per poter fornire al più presto la struttura portante del piano nazionale di prevenzione vaccinale.
La politica si attivi immediatamente per realizzare in primis le tre strutture fondamentali su menzionate e successivamente per indicare le linee guida necessarie alla piena realizzazione del Piano Nazionale di Prevenzione Vaccinale. Nel frattempo un po’ di silenzio da parte di tutti aiuterebbe a servire meglio il prossimo, nella profonda convinzione che garantire lo stato di Salute dei cittadini è responsabilità di tutti, ma in primo luogo dei medici.
24 settembre 2018