Richieste asilo: dietro c’è il racket

decimo dossier caritasDietro l’incremento delle nigeriane tra i richiedenti asilo si nasconde il racket della prostituzione. Lo denuncia Caritas Ambrosiana in un report realizzato in occasione della Giornata mondiale contro la tratta che la Chiesa celebra in tutto il mondo il prossimo 8 febbraio e che a Milano vedrà un ricco programma di eventi, tra cui l’incontro nella Basilica di Sant’Ambrogio dell’Arcivescovo di Milano, il cardinale Angelo Scola con il premio Nobel per la pace Kailash Satyarthi.

Dal 2010 ad oggi – rivela il rapporto basato sull’osservazione diretta dell’unità di strada Avenida di Caritas Ambrosiana attiva a Milano – sono raddoppiate le donne nigeriane nel capoluogo lombardo. Gli operatori di Caritas sostengo che dai racconti delle donne (in particolare dei nuovi contatti) emerge che quasi tutte sono arrivate in Italia via mare tramite Lampedusa e sono transitate dai centri di accoglienza. Molte di loro hanno fatto richiesta di asilo politico e sono in attesa di sapere se è stato accolto, ma c’è anche qualcuna a cui sono stati sequestrati da subito i documenti e si trova quindi nella piena irregolarità.

«È dall’emergenza Nord Africa, già nel 2011, che abbiamo segnalato il problema. Ora il fenomeno è esploso. Le schiave del sesso arrivano sui barconi e quando giungono in Italia hanno già imparato a memoria la storia da raccontare alle autorità per chiedere asilo. Una storia fotocopia uguale a quella delle altre, preparata da chi le traffica – spiega Palma Felina, dell’area tratta e prostituzione di Caritas Ambrosiana in un ampio servizio che uscirà sul prossimo numero dello street megazine Scarp de’tenis dedicato all’intreccio tra racket delle prostituzione e le mafie che controllano gli scafisti libici-. Alle donne viene spiegato che è un passaggio obbligato per poter iniziare a lavorare, anche se nessuno dice quale lavoro dovranno in realtà fare e a quali condizioni».

Le nigeriane sono ‘relegate’ alla periferia della città e sono rimpiazzate velocemente da nuove venute: sostenuto è infatti il turn over, ovvero il numero di donne nuove incontrate ogni anno.

Secondo l’indagine si abbassa anche l’età media. Se nel 2010 il 25% dichiarava di avere meno di 22 anni, nel 2015 la percentuale si è raddoppiata.  Gli operatori peraltro hanno il sospetto che in molti casi siano più giovani di quanto dichiarano e che spesso siano in realtà minorenni.

Il Rapporto poi fotografa la situazione delle donne avviate alla prostituzione sulle strade di Milano e hinterland. Oltre alla Nigeria, sono Romania e Albania gli altri paesi di provenienza. Le tre nazionalità che da sole rappresentano il 90% delle donne costrette a prostituirsi.

Ufficio stampa Cooperativa Oltre

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