di Daniela Annaro
Un grandioso restauro restituisce a Monza, agli amanti della bellezza, dunque all’umanità, un importante ciclo di affreschi tardo gotici. Restituisce e crea un nuovo incanto.
Le precedenti vicende conservative, non tutte opportune e rispettose, non rendevano giustizia alle pitture murali dedicate alla Regina Teodolinda nella Cappella del Duomo monzese. Ci sono voluti sei anni di impegno e di battaglie dei coniugi Gaiani, generosi mecenati, e cinque anni di tenace lavoro ricostruttivo della restauratrice Anna Lucchini con la sua equipe.
La Cappella di Teodolinda, a fianco dell’abside maggiore, ora, ha veramente un nuova vita. Quarantacinque scene sviluppate su cinque registri sovrapposti per un totale di 500 metri quadri firmate dalla bottega degli Zavattari hanno recuperato la loro dignità e tutta la loro magnificenza.
Gli Zavattari ( il cognome non rende onore alla grazia della loro pittura perché fa riferimento all’origini del capostipite, molto probabilmente un calzolaio) sono chiamati nel 1444 dall’arciprete Battista Bossi a narrare sulle pareti della cappella le gesta della regina dei Longobardi, Teodolinda, fondatrice della basilica alla fine del VI secolo dopo Cristo.
Teodolinda è una principessa nata nella lontana Bavaria, una donna davvero molto particolare non solo per i suoi tempi. Sposa e converte al cattolicesimo il re dei Longobardi Autari e il suo popolo e, alla sua morte, nel 590 d. C. si risposa con Agilulfo. Le sue imprese sono dettagliatamente messe in scena degli Zavattari .
La loro bottega è molto rinomata alla corte degli Sforza, signori in quell’epoca di Milano. Nell’edificio sacro di Monza rappresentano le Storie di Teodolinda e realizzano uno degli ultimi capolavori del Gotico Internazionale.
Temi profani in una cappella sacra rivelano la libertà creativa degli Zavattari e della chiesa di Monza nel XV secolo.
Si inizia con Autari che cerca la sposa presso i Franchi non riuscendoci, (tanto che poi, appunto, sposerà Teodolinda) si conclude con la sconfitta dell’imperatore Costante che lascia l’Italia senza combattere contro i Longobardi, perché secondo una profezia erano invincibili anche dopo la morte di Teodolinda.
Una ricostruzione storica che i maestri Zavattari attingono dagli scritti e documenti della “Storia dei Longobardi” di Paolo Diacono e dalle cronache trecentesche di uno storico monzese. Storie del passato che si intrecciano con quelle del presente.
Molto probabilmente senza la tenacia dei coniugi Gaiani riusciti a coinvolgere il prestigiosissimo World Monuments Fund, la Marignoli Foundation, la Regione Lombardia e la Fondazione Cariplo, nonché a richiamare attorno a questo progetto le migliori menti ed energie, oggi non saremmo qui a raccontarvele.
Sono loro che sono riusciti a raccogliere i denari necessari per il restauro, (quasi tre milioni di euro) a cercare gli sponsor, a impegnarsi personalmente nel seguire la rinascita della Cappella di Teodolinda.
Fino a Pasqua i ponteggi, allestiti per il restauro, rimarranno agibili per il pubblico (centro prenotazioni al numero: 039.32.63.83) che potrà vedere da vicino le pitture murali dedicate alla Regina bavarese.
Teodolinda come non l’avete mai vista!