Calo delle nascite, non solo demografiche. Anche le imprese nate nel 2015 sono inferiori a quelle nate nel 2014, ma in confronto, in Italia le imprese aumentano più che i figli. In numeri assoluti i neonati del 2015 sono comunque più numerosi delle imprese, la differenza è di oltre 100mila, con poco meno di 488mila “arrivi della
cicogna” e 371mila nuove imprese. Se prendiamo in considerazione invece il confronto con il 2014, la dinamica delle imprese registra in Italia -0,2% tra le iscritte del 2014 e del 2015 mentre quella delle nascite si attesta a -2,9% per i medesimi anni. Anche analizzando il saldo tra iscrizioni e cessazioni, le imprese nel 2015 fanno registrare in Italia un + 45mila, tra le iscritte e le cessate, mentre è negativo di 165mila unità il saldo tra nati e morti. È quanto emerge da elaborazioni e stime dell’Ufficio Studi della Camera di commercio di Monza e Brianza su dati Istat e Registro imprese.
Dove la natalità delle imprese è positiva Ci sono regioni in cui la differenza tra i due fenomeni è più evidente, con un aumento di imprese iscritte tra gli anni considerati: come la Campania (+0,7% delle nuove imprese contro il -0,5% delle nascite), l’Emilia Romagna (+1,2% e -1,7%), il Lazio (+1,6% e -1,7%), il Molise (+4,7% e -0,9%), la Puglia (+2,2% e -5,1%), la Toscana (+2,5% e -5,9%) e la Valle d’Aosta (+0,4% e -10,6%).
Analizzando il saldo tra natalità e mortalità nel 2015, solo il Trentino Alto Adige presenta un saldo positivo (739) ma comunque inferiore al saldo delle imprese (893), che è positivo in quasi tutte le regioni ad eccezione di Basilicata, Friuli Venezia Giulia, Marche, Piemonte e Valle d’Aosta.
È quanto emerge da elaborazioni e stime dell’Ufficio Studi della Camera di commercio di Monza e Brianza su dati Istat e Registro imprese.
Camera di Commercio Monza Brianza