di Ilaria Beretta
Va contro ogni stereotipo dei giornalisti come «casta» e riscopre il senso originario dell’informare, il foglio «Balaknama – la Voce dei bambini» che raccoglie le notizie dei ragazzi di strada di Delhi, in India. I quattro redattori ordinari del giornale, insieme al direttore diciassettenne Shambhu, hanno le idee ben chiare: sbattere in prima pagina le storie dei loro compagni di strada che ogni giorno lottano contro tortura, tossicodipendenza, molestie da parte di delinquenti e poliziotti, abusi e sperare che qualcuno legga, capisca e magari faccia qualcosa.
Nei vicoli della città indiana, i ragazzini appassionati di news sono chiamati «Baatooni», cioè quelli loquaci, perché i piccoli reporter (sessantaquattro quelli che raccolgono le notizie che però non vengono pubblicate senza l’imprimatur di uno dei redattori principali) vanno in giro e chiedono ai propri coetanei di raccontare la propria storia. «Tutto quello che pubblichiamo è farina del nostro sacco ed è totalmente indipendente» spiega Shambhu, che di giorno lava le auto per vivere, precisando che l’organizzazione non governativa Chetna che finanzia la stampa ha soltanto un ruolo finanziario e non impone alcuna linea editoriale.
Dei giovani giornalisti di Balaknama, che ha una tiratura di 5000 copie in hindi e di 3000 in lingua inglese, nessuno frequenta la scuola e la maggior parte di loro fruga nella spazzatura per sopravvivere; solo pochi hanno un lavoretto presso la stazione degli autobus o la ferrovia. «Questo giornale è la nostra voce per raccontare alla gente quello che passiamo – conclude Shambhu – e per testimoniare che anche la nostra vita ha un valore».