di Francesca Radaelli
Una cena in famiglia, una “tavola condivisa” per nutrire relazioni di solidarietà e accoglienza. Succede, questa sera, ad Agrate Brianza. Da una parte ci sono le famiglie del comune brianzolo, che quotidianamente vedono sfilare a pochi passi dalle loro case persone in fuga da luoghi lontani, e in transito nel territorio del comune in cui loro sono cittadini e ‘residenti’. Dall’altra loro, i profughi ospiti dell’hub, la struttura di prima accoglienza in cui soggiornano temporaneamente, rimanendovi per un periodo di tempo inferiore a un mese, prima di proseguire il viaggio nelle strutture comunitarie della provincia. Loro non sono residenti in nessun posto, hanno lasciato alle proprie spalle la casa e il paese in cui sono nati.
Per fare incontrare questi due mondi la Consulta Migranti di Agrate Brianza e la Comunità Pastorale Casa di Betania hanno voluto proporre a tutta la cittadinanza l’iniziativa “La Tavola Condivisa”, ossia una cena in famiglia, condivisa con alcuni giovani migranti attualmente ospiti nella città.
“L’idea è nata mesi fa dall’amministrazione comunale”, racconta al Dialogo di Monza Benedetta Missaglia consigliere delegato alla pace e cooperazione internazionale, pari opportunità, integrazione del Comune di Agrate Brianza. “Anche se per varie ragioni organizzative abbiamo potuto proporre solo adesso questa iniziativa. Abbiamo pensato che in un periodo di chiusura delle frontiere ed innalzamento di muri la cosa più giusta da fare sia aprire le porte di casa”.
La serata inizierà presso l’oratorio di via Montegrappa, nel quale si raduneranno le 46 famiglie che hanno deciso, per una volta, di aggiungere un posto a tavola. Anzi due. A ciascuna delle famiglie che hanno aderito verranno infatti “assegnati” due ragazzi, tra quelli presenti nell’hub di Agrate, che saranno i loro ospiti speciali per la cena di stasera. E una volta sazi, si tornerà in oratorio per un momento di festa e musica conclusivo.
“L’iniziativa è stata accolta molto bene da entrambe le parti”, precisa Benedetta Missaglia. “Fin dalla prima pubblicizzazione ho ricevuto dai cittadini mail e richieste di adesione, mentre da parte loro i ragazzi dell’hub si sentono onorati ad entrare nelle case degli agratesi”.
Dopo la decisione comunicata la scorsa estate dalla Prefettura di Monza di collocare l’hub di prima accoglienza nel territorio comunale, il clima inizialmente un po’ teso – anche a causa di “luoghi comuni cavalcati da diverse parti politiche” ricorda il consigliere comunale – con il passare del tempo è cambiato totalmente: “Il primo ostacolo, come in ogni rapporto, è la novità, la non-conoscenza. Ma in questi otto mesi i ragazzi hanno attivamente dato una mano e svolto lavori manuali come imbiancare la cancellata dello stadio comunale, verniciare i muri delle scuole elementari, mantenere le aiuole cittadine”. Durante la settimana i ragazzi svolgono dei corsi di italiano e alcuni di loro partecipano agli allenamenti di alcune società sportive agratesi. E già altre iniziative “ludico-culturali” hanno coinvolto gli ospiti dell’hub: tra queste una cena in oratorio a dicembre e una marcia della pace fino a Vimercate. E la cena di questa sera sarà un’ulteriore opportunità di conoscenza e condivisione, perché come ha scritto Luciano Manicardi, vice priore Comunità Bose: “Il mangiare un atto comune, comunitario e comuniale. A tavola non ci si scambia solo il cibo, ma anche parole sorrisi, sguardi, ovvero si nutrono le relazioni che fanno senso al vivere sostenuto dal cibo”.
Francesca Radaelli