Nasce Jimi Hendrix

di Chiara De Carli

Era il 27 novembre del 1942. Al King County Hospital di Seattle, veniva al mondo Johnny Allen Hendrix, frutto dell’unione tra il sangue indiano della nobile stirpe dei Cherooke e il sangue di una afroamericana.

Il piccolo Johnny, visse i primi anni della sua vita in una situazione famigliare non proprio felice. Mentre i suoi genitori si ravvedevano per trovare qualche lavoretto, Johnny passava la maggior parte del suo tempo con la nonna, un’indiana Cherooker purosangue, la quale gli faceva sempre riscoprire quali fossero le sue radici, indiane e ribelli. Si narra poi, che sia stato il padre Al a cambiargli il nome in James Marshall Hendrix.

All’età di 12 anni riceve la sua prima chitarra elettrica, una chitarra per destri che lui chiamerà affettuosamente “Al”. James era mancino ed è proprio in quel periodo che impara a suonarla rovesciandola, una caratteristica che lo accompagnare poi per tutta la sua carriera artistica.

Purtroppo, l’adolescenza di Jimi viene deturpata dalla morte precoce della madre, Lucille Jete, che venne a mancare il 2 febbraio del 1958. Jimi aveva appena 16 anni, età in cui viene anche espulso da scuola, per motivi razziali.

Inizia così un periodo di vagabondaggio, si guadagna da vivere con i primi live con gruppi di rhythm and blues e di rock’n’roll di Seattle. Il primo concerto con i Velvetones, la sua prima band semi professionale i Rockings Kings.Fu in questo anno che il chitarrista pose fine al so percorso solastico, senza conseguire il diploma. Era il 1959.

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Nel 1961 venne arrestato dalla polizia di Seattle perché trovato alla guida di due auto rubate. Finito in tribunale, dovette decidere tra la reclusione e l’arruolamento. Scelse quest’ultimo, come paracadutista a Fort Campbell. Ma l’esperienza come militare durò ben poco: nel 1962 chiede il congedo e inizia a girare con varie band. La prima data importante è rappresentata dal 1965 quando al Greenwich Village forma il suo primo complesso stabile e firma persino un contratto che gli consente di esibirsi individualmente. È in questi anni che viene forgiato il suo stile innovativo e capace di abbinare distorsioni lancinanti e piene di dolore a una pura vena blues. La sua capacità e malleabilità artistica gli consente di adottare tutta la tecnologia legata allo strumento, come il finger-picking o il wah-wah e ancora, plettro, pedali, l’effetto Larsen fino al controllo di tono ai distorsori.

jimi-hendrix-experienceLa genialità di Jimi consentì di ampliare il vocabolario della chitarra elettrica rock: gli spettatori dei suoi live potevano ascoltare nuovi suoni, nuove creazioni, rimanere meravigliati di fronte a tanta maestria. Ma fu solo grazie a Chas Chandler, ex-Animals, manager a New York e in cerca di nuovi talenti che Jimi è conosciuto. Forse, se il suo interesse non fosse ricaduto su questo ragazzo, sarebbe uno dei tanti musicisti neri che seppur talentuosi, rimanevano pur sempre in secondo piano rispetto ai bianchi. Chandler lo porta a Londra, dove gli procura una nuova band per Jimi, chiamata significativamente “The Jimi Hendrix Experience”. Il primo singolo dell’Experience, “Hey Joe”, rimane nelle classifiche inglesi per dieci settimane, raggiungendo la sesta posizione nel tardo 1967.

Il singolo del debutto è velocemente seguito dal lancio dell’LP “Are You Experienced?”, una compilation psichedelica zeppa di inni generazionali. L’LP, non a caso, è rimasto uno dei più popolari album rock di tutti i tempi, con canzoni immortali quali: “Purple Haze”, “The Wind Cries Mary”, “Foxy Lady”, “Fire” e “Are You Experienced?”.

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The Jimi Hendrix Experience

Ma quando nel giugno ‘67 torna negli States, la folla del Monterey International Pop Festival impazzisce letteralmente per lui. Memorabile quando, al termine della sua estenuante esibizione, con una versione demoniaca di “Wild thing”, dopo aver dato fuoco alla chitarra, Jimi raccolse un’ovazione interminabile.

Nel 1968 comincia il declino fisico, morale e artistico di Hendrix, forse a causa di pressioni esterne.

Nell’agosto del ’69  trionfa a Woodstock, con una versione delirante dell’inno americano (“Star spangled banner”), uno sberleffo divenuto celeberrimo. Con la sua chitarra Hendrix non si limita a distorcere la celebre melodia ma, in linea col pacifismo e le contestazioni del tempo, imita il suono di spari e bombardamenti, ricordando a tutti che era in corso la tragica guerra del Vietnam. E il l’Hendrix Experience che si era dissolto in quell’anno, tornerà a registrare insieme poco dopo.

Purtroppo il chitarrista che suonava la chitarra con i denti, non riuscirà a veder pubblicato questo nuovo lavoro. Un mese dopo, il 18 settembre 1970, venne trovato morto a Londra. Era riverso sul letto, del Samarkand Hotel, in overdose da barbiturici.

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