di Roberto Dominici
Il libro di Giovanni Calia “La congettura dell’anima” Storia dell’uomo che ha scoperto la forma dell’Universo (I Narratori, altrimediaedizioni.com), è una biografia romanzata su Grigorij Jakovlevič Perelman.
L’autore, con una scrittura sapiente, tenera, capace di commuovere, delicata e coinvolgente, proietta il suo sguardo acuto e illuminante sulla visione del mondo di un genio del nostro tempo e su come, ancora una volta, il mondo non sia capace di accoglierlo e comprenderlo pienamente.
Illuminanti ed emblematiche a questo riguardo, risuonano le parole pronunciate dal professor Jurij Dmitrievič Burago, figura centrale che incarna, con il suo affetto e amore filiale, il padre che Grigori non ha avuto e che ha sempre desiderato di avere: “Penso che non dobbiamo capire sempre tutto. L’ignoto ha il suo proprio valore”. La nostra curiosità impudica di sapere i motivi o le ragioni di alcune scelte di vita si deve fermare di fronte alla volontà del rifiuto del mondo e delle sue regole.
La lettura delle pagine del libro suscita emozioni forti, profonde, che nascono direttamente dalla vita vissuta del genio assoluto del matematico russo che, come è noto, ha svelato il segreto della congettura di Poincarè uno dei millennium problems che attendeva da un secolo di essere risolta, trasformando se stesso in un enigma. Il libro è anche il racconto di come i numeri, al di là della loro incomprensibile (per la maggior parte delle persone) semantica formale si possano amare poiché anch’essi vivi, dotati di un’anima capace di dare un senso e un ordine alle cose e al mondo intero.
Le pagine di Calia restituiscono mirabilmente il volto umano di Perelman, il suo universo interiore fatto di sentimenti, passioni, emozioni forti, non solo per le equazioni ma anche per le persone. Un “Grisha” che come fuoco ardente, brucia perché innamorato di Vania, il suo unico grande amore. Sotto il profilo psicologico ed esistenziale, l’immenso matematico continuerà ad amare per sempre la sua Vania a cercarla “in un bosco irto di spine”, lungo una strada che sembra, in apparenza, offuscare quel grande amore.
“Gli uomini anche i geni hanno bisogno di un ambiente” (Don Sturzo): un ambiente dove possano coltivare il proprio talento, realizzare i loro progetti, i loro sogni segreti, il loro destino. Grisha vive e nutre sentimenti che agitano i cuori ed i pensieri di tutti gli uomini e di tutte le donne. Calia riesce a intrecciare mirabilmente la storia professionale e intima di Grisha in cui l’amore, così come la matematica pura, possono rivelarsi una strada impervia e difficile che ferisce e lacera, un’illusione che si trasforma, nell’intimo del suo cuore, in memorie indelebili.
Perelman sceglie di avere come compagni della sua mente geniale il silenzio e la razionalità. La sua mente prodigiosa trova rifugio al dolore della vita, nelle astratte complessità numeriche per raggiungere quello che Giovanni Calia afferma essere “l’essenza stessa della vita di Grisha, immerso nei suoi calcoli sublimi per non rimanere solo, per non soccombere all’assenza della parte di sé che era riuscito a urlare al mondo” da una cabina telefonica di una Berlino festante per la caduta del muro. Un uomo che, per non morire, si era nascosto da tutto e da tutti, allontanando da sé ogni distrazione, lasciando andare ogni pensiero, immaginando forse per sé altre “declinazioni” di vita.
Il lavoro di Perelman ha aperto orizzonti di conoscenza di enorme portata scientifica in una parte della geometria chiamata “topologia” che studia le proprietà delle figure, e in generale degli oggetti matematici, che non cambiano quando viene effettuata una deformazione senza “strappi”, “sovrapposizioni” o “incollature”. Alcuni concetti fondamentali come connessione, convergenza, limite, continuità, o compattezza trovano nella topologia la loro migliore formalizzazione. Col termine topologia si indica anche la collezione di oggetti aperti che definisce uno spazio topologico. Per esempio un cubo e una sfera sono oggetti topologicamente equivalenti (cioè omeomorfi), perché possono essere deformati l’uno nell’altro senza ricorrere ad alcuna incollatura, strappo o sovrapposizione; una sfera e un toro invece non lo sono, perché il toro contiene un “buco” che non può essere eliminato da una deformazione.
Le implicazioni e le conseguenze generali degli studi e delle scoperte di Perelman sono descritte dall’autore con precisione e accuratezza lungo tutto il testo. Nel novembre del 2002 Grigorij Jakovlevič Perelman pubblicò sul preprint server ArXiv il primo di una serie di tre lavori (i due successivi saranno pubblicati nel marzo e nel luglio 2003):
1) The entropy formula for the Ricci flow and its geometric applications.
2) Ricci flow with surgery on three–manifolds.
3) Finite extinction time for the solutions to the Ricci flow on certain three–manifolds. Scopre due nuove quantità geometriche monotone durante il flusso di Ricci: il funzionale W (una forma di entropia) e la lunghezza ridotta (una specie di funzione distanza nello spazio–tempo). Per mezzo di esse dimostra la congettura di classificazione delle singolarità; trova nuove stime sulle quantità geometriche durante la formazione di una singolarità; modifica tecnicamente la procedura di chirurgia in modo da renderla più efficace; dimostra infine che la procedura termina in tempo finito e dopo un numero finito di operazioni, producendo un insieme di 3–sfere.
Ma la verità è che non esiste nulla di più poetico e visionario, nulla di più radicale, sovversivo e psichedelico della matematica. La matematica non è meno stupefacente della cosmologia o della fisica (i matematici hanno concepito i buchi neri ben prima che gli astronomi ne scoprissero uno) e offre una maggiore libertà espressiva rispetto alla poesia, all’arte o alla musica (che dipendono fortemente dalle proprietà dell’universo fisico). La matematica è la più pura delle arti, e la più fraintesa. (Paul Lockhart)