La Costituzione Italiana compie gli anni

di Laurenzo Ticca

1948. La Seconda Guerra Mondiale è finita da tre anni. Il costo umano e materiale è  impressionante . Sulle macerie di quella tragedia  nascono  istituzioni che avrebbero dovuto scongiurare un nuovo bagno di sangue.

Entra in vigore lo Statuto delle Nazioni Unite, viene firmata la Dichiarazione Universale del Diritti dell’Uomo, prendono forma ordinamenti ispirati all’idea di convivenza pacifica, di rifiuto della guerra e dei totalitarismi.   

E’ in questo contesto internazionale che il 1 gennaio del 1948 entra in vigore la Costituzione della Repubblica Italiana. Frutto dell’incontro delle grandi correnti ideali ( d’ispirazione liberale, cristiana e socialista)  che avevano dato vita alla lotta di liberazione contro il nazi-fascismo.  Sono trascorsi settant’anni  da qual giorno.

La Carta porta i segni del tempo  ( è nata in una età che oggi i processi di globalizzazione la fanno apparire quasi una lontana era  geologica).  Conserva il vigore di chi ha respinto  attacchi insidiosi ( la P2 di Gelli innanzitutto  e non solo), ma anche le cicatrici  di una missione irrisolta, di una promessa mancata. Un adolescente che oggi, nell’Italia del rancore e della xenofobia,  dei sindaci che negano un pasto caldi agli ultimi,  sfogliasse la Carta potrebbe domandarsi che fine abbiano  fatto l’articolo 2 ( che parla di diritti inviolabili e del dovere della solidarietà) o l’articolo 47 ( nel quale si afferma che la Repubblica  tutela il risparmio e controlla l’esercizio del credito).  

Il Presidente della Repubblica Enrico De Nicola firma la Carta Costituzionale

Se poi osservasse il mercato del lavoro,  il nostro adolescente, di fronte al precariato, agli stage non pagati, ai pochi euro offerti per ogni ora di lavoro, potrebbe domandarsi che fine abbia fatto l’articolo 36 ( dove si legge che  in ogni caso la retribuzione deve garantire “ a sé e alla famiglia una esistenza libera e dignitosa” ). Potrebbe diventare un gioco amaro , doloroso, quello di verificare quanto della Costituzione sia stato trascritto nei rapporti sociali, di lavoro.  

Per finire a quelle norme transitorie  che vietano la ricostituzione del partito fascista. Un impegno da ricordare in un’ Italia nella quale riaffiorano antichi sodalizi  tra camerati e criminalità, nell’Italia dei saluti romani  e delle lugubri  “macchiette” che con le teste rasate e i bomber fanno irruzione durante una  riunione di una ONG.

 

     

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