di Daniela Annaro
Il 12 aprile 2017 ha compiuto 107 anni. E questo di per sé è già una notizia, anche se il numero dei centenari, in Italia come nel resto del mondo, è in crescita soprattutto nei paesi ad economia avanzata. Ma lui fa notizia di per sé: è Gillo Dorfles, critico d’arte, scrittore, pittore, filosofo, poeta, insomma un “maitre à penser”, un punto di riferimento per chi ama l’arte del presente. Un suo giudizio positivo segna le sorti, nel bene e nel male, di giovani pittori e scultori.
All’anagrafe di Trieste allora appartenente all’impero austro-ungarico, nel 1910 i genitori lo iscrissero come Angelo. Si laureò in medicina, specializzandosi in psichiatrica, ma non ha mai esercitato. Ha, invece, continuato a studiare estetica, approfondendo la conoscenza dell’antroposofia di Rudolf Steiner. Materia che poi ha insegnato alle università di Milano, Cagliari, Trieste.
Nel 1948, ha fondato con Bruno Munari, Attanasio Soldati e Gianni Monnet il Movimento d’arte concreta (MAC) e con loro, ma anche singolarmente ha esposto le sue opere d’arte. Insomma, un secolo e sette anni di vita intensissima. Dal portamento fiero, dai modi gentili, lucidissimo, ha ancora molte cose da dire e da fare come racconta il documentario di Francesco Leprino ” La Guerra del Tempo. Poesie degli anni ’40 lette da lui medesimo.”
Dieci anni sono trascorsi da quando interrogavo Gillo sul suo quasi secolo di vita. Ne era nato un documentario “Attraverso il tempo attraversato dal tempo”- spiega Leprino.
Ora Gillo quel secolo lo ha ampiamente superato semplicemente restando indifferente al tempo. non entrando in guerra con esso. La guerra , quella reale, trasuda nelle poesie che ha scritto in quel difficile decennio (lui sfollato in Maremma, al passaggio del fronte) abbandonata la medicina e la psichiatria, da sempre interessato alla musica nuova, allora combattuto tra pittura, poesia e teoria (critica, estetica, filosofia). Di quelle poesie (pubblicate nel 2012 da Campanotto Editore) colte, sagaci, ironiche, perfino felliniane ante litteram, ne ho scelte sedici, seguendo il mio impulso istintivo-naif, la cui lettura ho proposto a Gillo, superando la sua reticenza. Dopo essersi schernito, ribandendo che non è un attore, le ha lette ( e commentate) tutte a prima vista, con misura, grazia e precisione. Senza tagli né incertezze alcuna.
A partire dal 3 maggio sino alla fine del mese, a Milano, il documentario verrà presentato in otto prestigiose sedi. A Monza alla Casa della Poesia, il prossimo 30 giugno. E, poi in autunno, a Bruxelles, Alba e Bologna. Oltre a Leprino e un altro commentatore , ci sarà sempre Gillo Dorfles, instancabile uomo di conoscenza ultracentenario.
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