di Fabrizio Annaro
La Biblioteca entra in carcere. Meglio: il carcere entra nel sistema bibliotecario di Monza e Brianza. Una bella opportunità per gli abitanti di via San Quirico che potranno accedere al database del sistema e far richiesta del libro che desiderano leggere.
Gli ospiti della Casa Circondariale di Monza avranno la possibilità, dunque, di scegliere fra oltre 1 milione e 300 mila volumi ai quali si aggiungeranno quelli che sono stati donati al carcere di Monza, circa un centinaio, e che formano la biblioteca interna.
“I libri sono fatti di parole, tante parole, che aiutano a scoprire la bellezza, la conoscenza. Abbiamo bisogno di parole – ha detto il Sindaco di Monza Paolo Pilotto, intervenuto alla presentazione – soprattutto di quelle che mancano di fronte alle situazioni più buie e difficili. Sono le parole che compongono le pagine dei libri e che ci aiutano a vivere con maggior consapevolezza”.
I libri, la cultura, la conoscenza, offrono la possibilità di “incontrare la bellezza – ha sottolineato il direttore della Casa Circondariale di Monza, Maria Pitaniello – soprattutto in questo luogo dove la durezza della vita accompagna l’esistenza degli ospiti di questo “speciale quartiere” della città .”
Anche l’assessora Viviana Guidetti ha ribadito quanto sia “importante proporre le attività che si svolgono in altre sedi del sistema bibliotecario come la lettura condivisa e animata, i laboratori di confronto e i mini cineforum. Un’occasione per aprire ancor di più la realtà carceraria al territorio e viceversa.”
L’introduzione della biblioteca del carcere nel sistema bibliotecario è stato un “lavoro impegnativo, ma ricco di soddisfazioni – ha raccontato Laura Beretta, funzionario del Comune di Monza – Alcuni detenuti sono stati istruiti per gestire il prestito e la richiesta di libri. Altri, invece, hanno imparato alcuni sistemi di catalogazione. Per altri ancora è stata l’occasione per sfogliare libri e appassionarsi alla lettura.”
A queste parole si aggiungono quelle dei detenuti che hanno partecipato a questo progetto. Per loro è importante realizzare il desiderio di partecipare alle iniziative di altri sedi del sistema bibliotecario e di poter ospitare, in carcere, eventi aperti alla cittadinanza. Il dialogo con il territorio è uno strumento di riabilitazione che aiuta la ricostruzione di esitenze ferite e che hanno ferito (sino a prova contraria).
In poche parole: la lettura rende liberi!