La Redazione
E’ salpata il 31 luglio alle 19 da Valencia, dove si trovava per lavori di manutenzione e adeguamento. Si chiama “Resq People” e in italiano potremmo tradurre con “Soccorrere le persone”. La nave è il risultato di un ambizioso progetto che ha coinvolto migliaia di persone e di cui abbiamo parlato tempo fa sul nostro giornale. (leggi qui)
Il progetto è nato dalla volontà di salvare vite umane perchè “Ogni vita umana è preziosa e deve essere salvata e aiutata quando si trova in difficoltà” come dichiarato da Luciano Scalettari (vice-caporedattore di Famiglia Cristiana) e Gherardo Colombo, rispettivamente presidente e presidente onorario dell’organizzazione umanitaria italiana.
Esattamente un anno fa è partita una raccolta fondi che ha visto la partecipazione e il sostegno di oltre 3 mila donatori.
La “ResQ People” è un’imbarcazione di 39 metri che ha già navigato con l’organizzazione tedesca Sea-Eye e il nome di Alan Kurdi, salvando migliaia di persone. In pochi giorni Resq People si troverà in acque internazionali nell’area di ricerca e soccorso al largo delle coste libiche.
Come altre navi potrebbe subire dei “fermi amministrativi” da parte delle autorità italiane. Inoltre, in acque internazionali ad attenderli ci sarà la Guardia costiera libica che ha già dichiarato che: ” gli equipaggi delle Ong saranno ricevuti come persone ‘non gradite’ e come tali verranno trattati”.
L’equipaggio è formato da un capomissione, un comandante, un primo e secondo ufficiale, un direttore di macchina e macchinisti, marinai. Ci sono a bordo anche un medico, un’infermiera e sei soccorritori tutti con grande esperienza nelle operazioni di soccorso. Tra loro anche Cecilia Strada, portavoce dell’organizzazione che ha lanciato il progetto e che Laurenzo Ticca ha intervistato per il nostro giornale due mesi fa.