di Marco Riboldi
Fu una programmata e spietata esecuzione di un intero popolo, che venne dapprima decapitato della sua intera classe dirigente (intellettuali, professionisti, commercianti ecc. il cui sterminio iniziò proprio il 24 aprile), poi annientato con una crudeltà e una determinazione che fornirono un esempio ai carnefici seguenti.
Oggi, per onorarne la memoria, della strage del popolo armeno, raccontiamo brevemente la storia di una delle prime testimonianze di questo sterminio, ad opera di una delle sopravvissute (gli storici concordano sulle cifre: vennero uccisi almeno 1,5 milioni di armeni su circa 1,8 presenti in Anatolia).
Aurora (che in realtà si chiamava Mardinian di cognome e di nome Arshaluys- più o meno “Luce del mattino”- che però risultava impossibile da pronunciare per gli americani) era una ragazza armena di 14 anni, più volte richiesta da un potente uomo politico arabo, che avrebbe voluta comperarla per inserirla nel suo harem.
Con l’inizio del genocidio, la protezione della sua famiglia non fu più sufficiente. Tutti vennero massacrati, tranne lei, che come molte altre ragazze cristiane venne violentata, poi venduta come schiava, costretta a lavorare come prostituta. Attraverso una serie di rocambolesche avventure riuscì a fuggire e a raggiungere l’America, dove si è insediata una nutrita comunità di Armeni della diaspora.
La sua storia divenne un film muto “Ravished Armenia” (Armenia rapita/violentata) cui partecipò la stessa Aurora, che interpretò se stessa. Il film è molto crudo, con scene che colpiscono in modo violento lo spettatore e che, per esempio, in Inghilterra vennero censurate proprio per l’eccessiva violenza (e per timore di problemi politici con la Turchia).
La povera Aurora venne duramente provata dal fatto di rivivere eventi tanto drammatici della sua storia personale e pare tentò persino di suicidarsi.
Il film, intitolato anche “Anime all’asta” (“Auction of souls”) si può trovare in rete (ne sono rimasti circa 23 minuti) grazie al lavoro di ricerca e restauro della comunità armena della California.
Anche altre testimonianze dirette del genocidio, compresa una breve intervista alla stessa Aurora, sono reperibili su internet.
La qualità delle immagini del film è scarsa, per ovvie ragioni, ma, ciò nonostante, si può venire a conoscenza di questa testimonianza, a patto di avere la forza di guardare anche l’inguardabile.
Con la speranza che la luce del mattino splenda a lungo su questa martoriata terra e sul suo popolo.