di Laurenzo Ticca
Angela aveva tre anni il 2 agosto del 1980. Con la madre Maria Fresu quel giorno era alla stazione di Bologna . Avrebbero raggiunto il lago di Garda. Due giorni insieme. Due giorni di vacanza.
Maria era un’operaia, immigrata dalla Sardegna. Angela e Maria se ne sono andate con altre 83 persone inghiottite da 25 chili di esplosivo contenuto in una valigetta di pelle e deflagrato alle 10.25 in uno scalo ferroviario nevralgico e affollato .
Per la stragrande maggioranza degli italiani iniziavano le ferie estive. Angela era la più giovane vittima della strage di Bologna. Una strage fascista si legge sulla lapide che ricorda le vittime. Una strage fascista ha sentenziato la Cassazione condannando all’ergastolo Francesca Mambro e Valerio Fioravanti,
esponenti dei Nar (nuclei armati rivoluzionari), pluripregiudicati, più volte condannati al carcere a vita.
Sembra tutto chiaro. Giustizia e’ stata fatta. E invece no. In questo, come in altri attentati (da Piazza Fontana a Piazza della Loggia, all’Italicus) mancano i mandanti. Non si sa chi abbia voluto quelle stragi e soprattutto perché . Quali fossero gli obiettivi politici da raggiungere (perché una strage ha sempre un obiettivo politico).
Sullo sfondo si intravvedono i poteri occulti, i servizi segreti deviati . Affiora quel liquame nauseabondo che dal dopoguerra inquina la storia del nostro Paese. Licio Gelli, capo della loggia P2, Francesco Pazienza, legato al servizio segreto militare, il generale Pietro Musumeci ( iscritto alla P2) e il colonnello Giuseppe Belmonte sono stati condannati per depistaggio.
Torna la domanda rimasta senza risposta: chi volevano coprire, perché cercarono di orientare le indagini verso falsi obiettivi?
Mambro e Fioravanti hanno sempre respinto ogni responsabilità nella strage . Vittime sacrificali? La verità giudiziaria nega un’ affermazione simile indicando in loro e in Luigi Ciavardini, un neofascista minorenne all’epoca dei fatti , gli organizzatori della strage.
Resta lo sgomento per una verità mutilata e la consapevolezza che quella strage ha qualcosa di diverso da tutte le altre. Non erano più gli anni della rivolta operaia e studentesca . Il paese si avviava a trovare una propria stabilizzazione politica intorno alle forze che lo avevano sempre governato. Il presidente del Consiglio era Cossiga . Qualcuno ha parlato di piste internazionali.
Libica, palestinese, Cia, Mossad. Intuizioni o depistaggi? E infine: quella strage giunse a poco più di un mese da un’altra strage : quella di Ustica (27 giugno 1980) .
C’e’ una relazione tra i due fatti? Le acque sono torbide, il liquame impedisce di vedere oltre la superficie.