La torre del castello dei vescovi di Luni

Visione-serale-del-Centro-SVolete ammirare il Golfo dei Poeti da un punto di vista insolito? E in più scoprire il mondo di un fotografo ed artista americano di provata fama?
E se tutto questo non fosse sufficiente, volete ammirare una delle poche opere presenti sul suolo italiano di Peter Bruegel, il Giovane,  posta nella chiesa di Santa Maria Maddalena? Allora dovete andare a visitare Castelnuovo Magra. E’ in provincia di La Spezia. Da poco è stata riaperta al pubblico La Torre del Castello dei Vescovi , chiusa da oltre un secolo, dai tempi della Prima  Guerra Mondiale. Con uno sforzo incredibile, l’Amministrazione Comunale nel giro di un anno ha trovato i fondi e l’ha restituita al mondo.


La vista da lassù è piacevolissima, come piacevoli sono  e saranno le mostre temporanee che vi verranno allestite. La prima è dedicata a Elliott Erwitt  (fino all’ 11 ottobre 2015). Erwitt, fotografo dell’Agenzia Magnum, è uno dei migliori e curiosi interpreti del secolo scorso. Ci sono 42 scatti da lui firmati.
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La Turris Magna, la Torre del Castello, sorse per volontà dei Vescovi di Luni, con intento difensivo, un mastio accanto al Palazzo Vescovile, costruito dal vescovo Enrico da Fucecchio nel XIII secolo, ma dopo varie ristrutturazioni divenne un fortilizio militare, sotto la dominazione dei Fiorentini prima e dei Genovesi poi, nel XV e XVII.
E proprio nel XVII secolo , poco distante, dalla Torre dei Vescovi di Luni, venne edificata la chiesa parrocchiale dedicata a Santa Maria Maddalena.

Tre navate e dodici colonne in marmo della vicina Carrara, forse recuperate dall’antica cattedrale di Luni, e soprattutto nella prima cappella a sinistra, la Crocifissione attribuita al fiammingo Peter Bruegel, il Giovane. Cinque tavole di rovere ispirate a un altra famosa Crocifissione , quella del più noto Peter Bruegel il Vecchio, dipinto di cui non si ha più traccia.

Non mancate di ammirare la tela del Settecento dedicata a San Fedele, con un bel paesaggio di Castelnuovo Magra riferito all’epoca in cui venne dipinto, giusto per verificare quanto è cambiato da allora il paesaggio circostante.

Daniela Annaro

 

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