Lacci

LacciAldo e Vanda, una coppia sposata da cinquantadue anni, abitano a Roma in una bella casa, in compagnia di un gatto al quale sono molto affezionati; hanno due figli adulti, che vivono altrove. Tornando da una vacanza al mare, trovano la casa completamente sottosopra e immaginano che i ladri, indispettiti per non aver trovato oggetti di valore, abbiano distrutto tutto metodicamente e, cosa più grave, abbiano rapito il loro gatto, che è sparito.

Nel tentativo di riordinare il salotto, Aldo ritrova le lettere che sua moglie gli aveva spedito tanti anni prima, quando erano sposati da poco, nei quattro anni in cui era stato lontano da casa e aveva convissuto con un’altra donna. L’uomo apre quelle lettere soltanto adesso, non aveva mai voluto leggerle all’epoca dei fatti, e comincia a riflettere su ciò che successe allora, sui motivi che lo spinsero a lasciare la moglie e a trascurare i figli, sulle ragioni che lo portarono in seguito a tornare a casa e a cercare di ricostruire il suo nucleo familiare. Ne scaturirà una riflessione più ampia su quello che è stato il loro rapporto matrimoniale da quel momento in poi, e su quanto i problemi con Vanda abbiano influenzato il suo comportamento nei confronti dei figli.

Domenico StarnoneDomenico Starnone, vincitore del Premio Strega nel 2001 con Via Gemito, torna con un romanzo che indaga le dinamiche familiari, quei legami forti come lacci, che possono unire, ma anche far sentire costretti, e lo fa all’interno di una storia costruita in modo originale.

In un finale per nulla scontato, sono i due figli, Sandro e Anna, ad esporre il loro punto di vista, che completa l’immagine di una famiglia come tante eppure unica nella sua identità, dimostrando che nei meccanismi di interazione affettivi si può essere contemporaneamente vittime e carnefici.

 

Valeria Savio

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