di Francesco Troiano
Questa foto, che Facebook mi recapita dai ricordi di sette anni fa, faceva parte di un reportage che avevo fatto su L’Aquila.
Avevo fotografato i tavolini di un piccolo ristorante in centro, la cui proprietaria è discendente di una famiglia che a L ‘Aquila ha sempre operato: “Per mio padre. Glielo devo. Anche fra le transenne, in mezzo a questo deserto, ho deciso di riaprire e scommetterci“.
Il silenzio rumoroso delle stradine massacrate dell’Aquila, l’ho ritrovato nella Milano dei giorni di marzo e aprile.
Ora, che ci avviamo, con molta lentezza verso la ripresa, io terrò nel cuore quell’incontro.
Perché lo dobbiamo ai combattenti negli ospedali, a coloro che ci hanno lasciato e che ci hanno consegnato un monito: di tenere duro e di credere nella speranza.