Dalla Nigeria alla Brianza, sognando di diventare sarta

forbici-aghi-gomitoli-laboratorio-sartoria-per-la-siriaN. ha 25 anni e un sogno: fare la sarta. Ha cominciato a cucire in Nigeria, il suo Paese d’origine. Lì aveva iniziato a imbastire gonne, pantaloni e camicie. Le piaceva e voleva imparare di più, diventare più brava. Ma la sua condizione, a un certo punto, l’ha costretta ad abbandonare il corso di cucito. Ha due figlie, due bambine 5 e 3 anni, e un marito praticamente inesistente. E’ povera e per guadagnare qualche soldo vende cibo per strada. La sua è un’esistenza di povertà e di fatiche, e da sola non riesce a mantenere le figlie, dare loro da mangiare e comprare le medicine che hanno bisogno.

N. è arrivata in Italia un anno fa, dopo un viaggio lungo e disperato, attraversando la Libia e un inferno di bugie, maltrattamenti, violenze e umiliazioni. Oggi abita in Brianza. Le piace vivere qui anche se ammette che le manca il sole della Nigeria. Ha imparato l’italiano e anche a cucinare qualche piatto, come la pasta. Il bisogno di trovare il prima possibile un lavoro per aiutare le sue due bambine rimaste in Nigeria è tanto e lei ogni mese mette da parte quasi tutto il denaro del suo pocket money per loro. L’esperienza più bella per N. è stato il corso di cucito che ha frequentato per otto mesi al laboratorio “L’Attaccabottone” dell’associazione Culture Senza Confini di Seregno.

E’ tornata a sognare di fare la sarta.

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