Lech Walesa presidente: per la Polonia inizia un nuovo corso

Lech_Walesadi Francesca Radaelli

Il 22 dicembre 1990 Lech Walesa vince le elezioni in Polonia e viene eletto presidente della Repubblica. È una svolta nella storia del Paese. Dopo la schiacciante vittoria del sindacato Solidarnosc alle elezioni, al governo della Polonia approda una coalizione non comunista. E alla guida del Paese si impone una figura carismatica, protagonista di un decennio di lotte per la libertà e i diritti, a cui sette anni prima era stato assegnato il Premio Nobel per la Pace.

Il futuro presidente della Polonia nasce il 29 settembre del 1943 a Popowo da padre muratore e, finita la scuola dell’obbligo, comincia subito a lavorare, prima come meccanico poi come elettricista in una grossa azienda: la Leny Shipyard di Gdask. I lavoratori polacchi versano in condizioni tutt’altro che rosee, vengono organizzate varie proteste contro il regime. I tempi sono quelli della Guerra Fredda e la Polonia è saldamente incastonata nel blocco filosovietico. È un Paese ‘comunista’, dunque, in cui però dell’ideologia di Marx è rimasto ben poco, in cui gli operai devono lottare per far valere i propri diritti. Alle proteste operaie partecipa anche Walesa, assumendo un ruolo sempre più attivo e guadagnandosi così il licenziamento in tronco.

Una manifestazione dei lavoratori polacchi.
Una manifestazione dei lavoratori polacchi.

Nel’agosto del 1980 Walesa è capo del comitato per la gestione dei negoziati, che riunisce gli operai di diverse industrie. Viene indetto lo sciopero generale e, grazie all’attività del comitato, si arriva alla firma di un accordo che sancisce il diritto dei lavoratori a riunirsi in associazioni libere e indipendenti. Ben dieci milioni di polacchi aderiscono al movimento sindacale che prende il nome di Solidarnosc, ovvero “solidarietà”, e a capo di esso viene eletto proprio Lech Walesa.

Il sindacato gode di un sostenitore illustre, niente meno che Giovanni Paolo II, il papa polacco che, nel gennaio del 1981, promuove un incontro in Vaticano.

L'incontro tra il papa Giovanni Paolo II e Lech Walesa
L’incontro tra il papa Giovanni Paolo II e Lech Walesa

Ma tutto cambia quando, nell’ottobre del 1981, il generale Jaruzelski conquista il potere e impone la legge marziale. I capi di Solidarnosc sono

Il generale Jaruzelski, al potere in Polonia dal 1981
Il generale Jaruzelski, al potere in Polonia dal 1981

arrestati, Walesa viene incarcerato per circa un anno nei pressi del confine con la Russia.

Uscito dal carcere, chiede di essere reintegrato come semplice elettricista nell’azienda dove lavorava un tempo. È formalmente libero quando, nel 1983, riceve il premio Nobel  per la Pace, per l’impegno non violento al servizio della conquista dei diritti degli operai. Ma è la moglie Danuta che si presenta a ritirare il premio: Walesa teme, una volta lasciato il suo Paese, di non poter più rientrare.  Intanto Solidarnosc, che al tempo di Jaruzelski è costretto alla clandestinità, riceve il sostegno del Vaticano, anche attraverso finanziamenti occulti, successivamente al centro di accuse e polemiche. Non c’è dubbio peraltro che quello di Walesa sia un movimento di chiara e dichiarata ispirazione cattolica, che riesce a conquistare il popolo polacco facendo leva proprio sul forte e radicato sentimento religioso.

Lech Walesa con Oriana Fallaci: "Bisogna avere tanta rabbia per contenere quella del popolo", disse il fondatore di Solidarnosc alla giornalista che lo intervistò nel 1981.
Lech Walesa con Oriana Fallaci: “Bisogna avere tanta rabbia per contenere quella del popolo”, disse il fondatore di Solidarnosc alla giornalista che lo intervistò nel 1981.

Il 1988 è un anno chiave per Solidarnosc: Walesa riesce a ottenere la riabilitazione del movimento, che può partecipare alle elezioni semi libere del parlamento. Quello che in origine era un sindacato si trasforma così in una sorta di partito politico. E nel 1989 raggiunge la maggioranza parlamentare. Alle successive elezioni del 1990, grazie a un accordo di Solidarnosc con gli altri partiti, sale al governo la prima coalizione non comunista, guidata da Tadeusz Mazowiecki, altro membro illustre del movimento. E il 22 dicembre inizia il mandato di Walesa, primo presidente della Polonia ad essere eletto direttamente dal popolo. Il mandato scade nel 1995 e nel corso di questi cinque anni la Polonia vive un vero e proprio rivolgimento, passando da nazione satellite dell’Unione Sovietica a stato democratico. Al termine del mandato, però, Walesa non viene più rieletto presidente e, dopo la cocente sconfitta alle elezione del 2000, si ritira dalla politica.

Francesca Radaelli

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