di Luigi Losa
Parigi, ancora Parigi. Dopo New York, Madrid, Londra, Bombay, dopo l’areo russo fatto esplodere in volo, dopo la strage dell’altro giorno a Beirut. Parigi, ancora Parigi, dopo Charlie Hebdo e il supermercato kosher.
Il presidente americano Obama è stato il primo in assoluto ad intervenire, a stragi quasi ancora in corso, prima ancora di Hollande e a pronunciare tre parole che sono l’essenza di quel che Parigi rappresenta per la storia e per il mondo, anche quello dell’Isis suo malgrado: “libertè, egalité, fraternité”.
Sta tutta qui la risposta che possiamo e dobbiamo dare a quella parte dell’Islam che ha smarrito la ragione e la religione di cui pure si fa interprete unico e al contempo folle: libertà, uguaglianza, fratellanza.
Lo dobbiamo fare tutti insieme, destra e sinista, italiani e stranieri, cattolici e islamici ed ebrei e chiunque altro abbia una fede anzitutto nell’uomo, nella sua dignità, nel suo valore, nel suo essere carne e sangue ma anche cuore e anima, amore e intelligenza. Nel suo volere vivere in pace e costruire una società dove ciascuno abbia un posto e una opportunità, nessuno escluso.
Senza proclami, senza rabbia, senza paura, senza muri.
Chi ha i capelli bianchi come me ricorda anni altrettanto sanguinosi nella nostra stessa Italia quando il terrorismo rosso e nero imperversava con stragi e uccisioni a sangue freddo colpendo indiscriminatamente persone con un ruolo e/o una responsabilità ma anche gente comune, inerme, innocente. Come è successo ieri sera a Parigi e tutte le altre volte, menzionate sopra e non.
Parigi, ancora Parigi per tante ragioni ma anche perché è una città simbolo, come Roma, come New York, che non sono solo capitali di uno Stato, di una nazione ma che rappresentano luoghi senza confini e senza frontiere del vecchio e del nuovo mondo, che hanno attraversato la storia, che hanno costruito una civiltà, con tutte le sue ombre e le sue luci, ma dove, anche con fatica ed errori, la libertà, l’uguaglianza, la fratellanza sono diventati i pilastri della convivenza civili.
Ai terroristi dell’Isis, da semplici cittadini e lasciando a chi ne ha autorità e responsabilità di mettere in atto la maggiore e migliore sicurezza possibile, non possiamo che offrire questa testimonianza.
Continuando ad avere fiducia e speranza e, per chi crede, affidandosi, attraverso la preghiera, alla misericordia di Dio.
One thought on “Libertà, uguaglianza, fratellanza”
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