di Luigi Picheca
È un miracolo che noi italiani riusciamo a stare in piedi nonostante tutto. Siamo davvero un popolo da encomiare! Assomigliamo a quelle palme sulle isole tropicali che resistono ai venti e alle tempeste più furiose, perdendo solo qualche foglia e qualche ramo.
Corruzione e mala politica ci hanno abituato a camminare sempre in salita, come nelle corse ad handicap dei cavalli. Come sarebbe bello vivere liberi da queste zavorre come nei Paesi più progrediti, dove tanti nostri giovani emigrano.
La pandemia ha accresciuto la nostra incertezza togliendo quella fiducia residua che ci era rimasta, specialmente a quelle numerose categorie di lavoratori che hanno perso i già miseri proventi del loro lavoro. Parlo di ristoratori, di negozianti, di addetti ai turismo e degli artigiani: tutti hanno perso il loro giro di clienti abituali.
Gli unici a guadagnarci sono le grandi imprese della vendita online, come se ce ne fosse bisogno. Imprese che, spesso, non pagano le tasse nel nostro paese e che offrono lavoro pagato male e senza garanzie. Come sono lontani quei Benedetti Anni del Boom economico!
La pandemia ci ha resi diffidenti ed un po’ egoisti perché quando c’è poco da spartire si pensa prima a se stessi. Non ci ha messi, però, al tappeto. Sono sicuro che la speranza, la forza indomita che ci ha sempre fatto risollevare, ci darà la creatività necessaria per ricominciare da zero. E magari anche un po’ di coraggio per riuscire a sconfiggere chi si ingrassa alle nostre spalle!
P.S. della redazione
Luigi Picheca è giornalista e firma gli articoli della rubrica Scritti con SLAncio. Questo articolo è tratto da Sciveresistere, il magazine “scritto con gli occhi” dalle persone malate di Sla. Scriveresistere è un progetto della Cooperativa la Meridiana di Monza. Potete consultare dli articoli della rivista al sito: www.scriveresitere.it